Sabato alle 17 sarà inaugurato il Museo Archeologico ed il Chiostro del Complesso monumentale di Abbadia Isola a Monteriggioni.
Il Mam, acronimo di Museo Archeologico di Monteriggioni, nasce dalla cooperazione tra Comune, Soprintendenza, Fondazione Musei Senesi e dall’intesa con il Museo Guarnacci di Volterra, la Pinacoteca di Siena e il museo archeologico Ranuccio Bianchi Bandinelli di Colle Valdelsa.
“Come osservò Dario Fo’ in “Dibattiti ed interventi del pubblico” nel 1970 «La cultura non si può ottenere se non si conosce la propria storia»; su questa convinzione il Comune ha voluto fortemente realizzare il progetto, dotandosi così del primo vero museo del suo territorio. Museo che va a incastonarsi, valorizzandolo maggiormente, nel complesso monumentale di Abbadia a Isola il quale, contemporaneamente, ha visto completare il restauro del chiostro”, spiega una nota .
Sono solo i primi passi di un progetto più ampio, in cui sono previsti anche il restauro della torretta sulle mura e la sistemazione delle aree adiacenti, la realizzazione di una sala convegni multi-funzionale di alto livello, l’apertura di un bar. Tali componenti andranno ad aggiungersi all’ostello di 50 posti già operante e nel loro insieme costituiranno un grande polo destinato ad ampliare le attività culturali di Monteriggioni, ospitare convegni, incontri, iniziative universitarie; inoltre andrà a rappresentare uno spazio per eventi invernali, sinora assente.
Il Museo, pertanto, rappresenta la testa di ponte per avviare un progetto lungimirante e di lunga durata; ma sarà anche una struttura viva, destinata a fare ricerca sul territorio, arricchendo le sue dotazioni, esponendole a rotazione o in mostre tematiche, lavorando molto con scuole e ragazzi. In definitiva, il Comune di Monteriggioni sta intraprendendo una nuova strada tramite la quale accrescere l’eredità lasciataci dai nostri antenati, valorizzandola e rendendola patrimonio di tutti.
Dunque si è scelto di aderire pienamente ala definizione data nell’ambito dell’Assemblea Generale Straordinaria di ICOM (international Council of Museums) del 24 agosto 2022 a Praga: un’istituzione permanente senza scopo di lucro e al servizio della società, che effettua ricerche, colleziona, conserva, interpreta ed espone il patrimonio materiale e immateriale. Aperto al pubblico, accessibile e inclusivo, promuove la diversità e la sostenibilità. Opera e comunica eticamente e professionalmente e con la partecipazione delle comunità, offrendo esperienze diversificate per l’educazione, il piacere, la riflessione e la condivisione di conoscenze.
La visita al MaM si configura come un percorso à rebours nella storia di Monteriggioni, dal Medioevo fino alla Protostoria, con un costante riferimento all’ambito territoriale della Val d’Elsa e a temi di carattere più generale. È articolata in un percorso di visita che si dipana tra esterno e interno del complesso monumentale di Abbadia a Isola, spiegato con apposita pannellistica che ne inquadra le vicende storiche oltre a illustrare il sepolcreto basso medievale (reso visibile) qui individuato dagli scavi archeologici.
I locali della Tinaia costituiscono l’accesso alla visita, introducendo direttamente sia al tracciato del Chiostro e della Chiesa sia alle sale poste al piano superiore; nei tre ambienti, in successione, è possibile ripercorrere la storia dell’abbazia e del suo chiostro, nonché vedere la ricostruzione di una esponente della famiglia Franzesi (ultimi signori di Staggia influenti su Abbadia a Isola) seppellita con i suoi gioielli nel chiostro stesso.
Nella sala Sigerico l’allestimento prosegue dall’età romana alla Protostoria, con un posto di rilievo attribuito alla tomba dei Calisna Śepu, della necropoli del Casone, rinvenuta nel 1893 in podere Malacena, i cui corredi, a seguito di vicende antiquarie, sono oggi dispersi tra il Museo Archeologico Nazionale di Firenze, il Museo Archeologico “Ranuccio Bianchi Bandinelli” di Colle di Val d’Elsa, il Museo Etrusco Guarnacci di Volterra, l’Antikensamlung di Berlino, il Museo Puškin di Mosca e collezioni private. Tutte le ricostruzioni grafiche presenti sono opera dei migliori illustratori presenti in Europa: lo studio Inklink di Firenze. Sono presenti anche due ricostruzioni fisiche opera di Stefano Ricci, cioè quella della ricca signora sepolta nel chiostro dell’abbazia e il ben noto “Uomo del Chiostraccio”; quest’ultimo è uno scheletro trovato nel 1962 e considerato per anni il più antico uomo toscano conosciuto, essendo stato datato a oltre 15mila anni. Oggi, grazie a nuove analisi (carbonio 14 e DNA), è stato possibile stabilire che non visse in età paleolitica, ma etrusca. Per questo, per spiegare le diverse metodologie di studio che hanno portato a questi risultati, è stato deciso di proporre una ricostruzione facciale del reperto, con una spiegazione delle tecniche che ne hanno precisato la datazione e l’inquadramento.
Dei totem touch screen danno modo di accedere, infine, a video di approfondimento e ricostruzioni tridimensionali dei reperti non esponibili.
“Oggi Monteriggioni ha un suo museo. È sicuramente un orgoglio per tutta la comunità riuscire ad avere un importante contenitore per l’arte e la cultura, che sarà il motore di una nuova stagione di ricerche e di attività tese alla valorizzazione del nostro patrimonio storico-identitario. Lo spirito e la visione che l’Amministrazione ha interpretato per la realizzazione di questo progetto sono stati anche quelli di poter lasciare al territorio un luogo che crei una consapevolezza della nostra storia, oltreché una grande attrattiva sotto il profilo turistico. Il museo, quindi, sarà un vero e proprio scrigno che custodirà un sapere prezioso per tutta la comunità e le future generazioni di Monteriggioni”, le parole del sindaco Andrea Frosini.
“E’ stato un lavoro lungo e molto faticoso ma ne è valsa la pena; ho trovato ottimi “compagni di viaggio” con i quali la sinergia è stata perfetta: da Giacomo Baldini curatore dell’allestimento, agli uffici Cultura e Opere Pubbliche del Comune, sino alla società Monteriggioni AD 1213 che non si è certo risparmiata. Sia chiaro che non intendiamo inaugurare, metterci la coccarda della cultura alla giacchetta e poi passare ad altro. Si tratta solo l’inizio di lunghe stagioni articolate tra ricerche, didattica, iniziative pubbliche ed eventi. L’obiettivo è quello di fare crescere cultura, conoscenza e un orgoglioso senso di appartenenza, per ciò che stiamo facendo e faremo, nella popolazione”, così Marco Valenti, assessore alla cultura.
“L’inaugurazione del nuovo polo espositivo di Abbadia a Isola va ad incrementare non solo la quantità, ma soprattutto la qualità dell’offerta culturale del territorio senese. Lo fa con perizia scientifica, ma anche con un approccio divulgativo, e soprattutto con l’entusiasmo degli amministratori, degli studiosi e dei professionisti museali, valorizzando non tanto un sito in sé, ma appunto quel ‘museo diffuso’ che è il modello alla base della nostra rete museale e la prerogativa unica e speciale della nostra provincia e del nostro Paese”, dice Alessandro Ricceri, presidente di Fondazione Musei Senesi