La scorsa settimana abbiamo mostrato come la figura di Sorore, fondatore dell’ospedale di Santa Maria della Scala, sia senz’altro leggendaria e frutto di una mitologia creata ad hoc nel corso del XV secolo. Oggi, invece, cercheremo di capire quando il più grande centro assistenziale senese sia effettivamente sorto e quali siano le prime notizie certe su di esso.
Anche in questo caso, così come per le altre strutture simili che punteggiano il tessuto urbano e extraurbano di Siena, non c’è dubbio che sia stata la via Francigena, con il suo crescente flusso di pellegrini e viandanti, a far nascere lo xenodochium. Con una differenza non da poco, però: esso è ubicato all’interno del circuito murario che cinge la civitas altomedievale e, quindi, è ai margini del percorso stradale, essendosi formato in seno alla chiesa episcopale senese.
La più antica attestazione di quest’ultima compare in un atto del 913, mentre nell’anno 1000 sono menzionati una “canonica” e dei “canonici”. In questo documento, in particolare, un certo Giovanni, in qualità di “preposto della canonica di Santa Maria in Siena”, insieme ad altri tredici canonici cede in affitto per 24 denari annui due case con terra.
All’alba dell’anno Mille, quindi, esiste a Siena una comunità di chierici riuniti secondo una regola già costituita nell’ambito della chiesa episcopale locale, che è retta da un vescovo affiancato da un collegio di religiosi. E l’ospedale di Santa Maria diviene ben presto il punto di riferimento per questa larga “familia”, dove si realizza una comunione di vita tra laici conversi e membri della comunità religiosa, coinvolti non solo nel comune “servizio” da rendere ai bisognosi, ma anche nella gestione e nella direzione della struttura.
Per almeno un secolo, infatti, ospedale e canonica sono una cosa sola: le donazioni in favore del primo sono ricevute dal “preposto” ed entrano nel patrimonio del capitolo della Cattedrale, così come gli uomini e le donne che prestano la loro opera nella struttura assistenziale, lo fanno perché conversi della canonica. Quindi in origine l’ospedale si sviluppa insieme alla comunità di persone che in esso si riconosce, e solo alla fine del XII secolo ragioni di natura patrimoniale causeranno un conflitto tra la comunità laica e quella religiosa.
Il primo atto che menziona l’ospedale dei canonici di Santa Maria è datato 29 marzo 1090. Con esso una coppia di coniugi, Ildizello di Bonizo e sua moglie Netula di Lucarello, donano, in rimedio delle proprie anime e di quelle dei loro figli, vari terreni e tutti i beni mobili in oro, argento e legname di cui saranno in possesso al momento della morte, allo “senodochio et ospitale de canonica Sancte Marie domui episcopio senense”. A ricevere questa ricca donazione per conto dell’ospedale è Alberico, rettore e maestro del detto “ospitale et senodochio”, che al contempo è anche “presbitero e canonico della canonica di Santa Maria”.
Maura Martellucci
Roberto Cresti
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