Dopo più di due anni si torna a respirare un po’ di aria tutta senese con il Comitato Amici del Palio, che proprio ieri sera è tornato a celebrare il suo tradizionale banchetto annuale nei locali della società Il Leone, nella contrada sovrana dell’Istrice. Tantissimi i contradaioli, di accesa passione come ribadito più volte durante la cena, che hanno partecipato. Amore, passione e fierezza, questa la parola d’ordine della cena che riassume lo spirito del Comitato fin dalle sue origini. Una serata all’insegna di Siena, dell’amore delle contrade, accompagnata dallo squillo delle chiarine della Banda Città del Palio che hanno fatto emozionare il pubblico presente, invitando i contradaioli a cantare con loro la Marcia del Palio.
“Il 2022 – commenta Emiliano Muzzi, presidente del Comitato – segna l’anno della ripartenza. Torneremo a portare avanti le nostre tradizioni, a svolgere i nostri compiti. Abbiamo però davanti una sfida davanti: riavvicinare i giovani alle contrade. Sono sicuro che con il ritorno delle nostre tradizioni, dello sventolio delle bandiere, del rullo dei tamburi, del calpestio della terra in piazza, i giovani torneranno ad abitare la contrada. Questa è la nostra sfida e in questi due anni il Comitato ci ha provato con grande impegno, ma ognuno deve fare la sua parte”.
Gli fa eco Pasquale Colella Albino, fresco del nuovo assessorato alla Cultura, anch’esso presente al banchetto: “Questa sera dobbiamo solo dire grazie al Comitato Amici del Palio. Se tutti noi siamo rimasti aggrappati al sentimento della contrada, all’amore per Siena, lo dobbiamo solo a loro”.
La serata prosegue tra risate e divertimento, tra domande di Palio e misteri sulle monte della carriera di luglio, la spensieratezza è l’anima della festa. A intervenire dal ‘concone’ è stato anche il nuovo rettore del Magistrato delle Contrade e rettore della contrada del Bruco, Gianni Morelli, che ha ribadito l’importanza del ruolo dei social nel Palio moderno, ma con moderazione e intelligenza.
“In un contesto storico come il nostro – osserva il rettore – non possiamo pensare di non utilizzare i social. Li conosciamo, abbiamo visto la loro importanza in questi due anni difficili. Sono stati fondamentali per mantenere compatto il nostro tessuto sociale. La contrada, però, ha bisogno anche di essere vissuta dal vivo. Noi contradaioli di accesa passione, abbiamo bisogno di discutere nelle società, di confrontarsi in Piazza, abbiamo bisogno del contatto. Perciò il mio messaggio è quello di dire sì, utilizziamo i social ma in maniera intelligente. Non mi rivolgo ai giovani, loro sanno bene come utilizzarli, mi rivolgo soprattutto alle persone più grandi. Le contrade hanno bisogno di unità, sappiamo bene come difendersi dagli attacchi esterni, non facciamoci male da soli”.
Niccolò Bacarelli