“Sarebbe facile per me evitare le responsabilità e dire che la scelta dell’artista che ha dipinto il Drappellone è stata fatta dalla precedente amministrazione. Me ne potrei avvantaggiare politicamente. Invece penso che, una volta finita la campagna elettorale, il Sindaco rappresenti una comunità intera, anche la propria opposizione e che soprattutto rappresenti la continuità istituzionale con chi lo ha preceduto, anche se bene dissenta su molte iniziative e scelte pregresse – ha detto il sindaco di Siena Luigi De Mossi, intervenendo sulla mancata benedizione del Drappellone da parte dell’arcivesco -. La valutazione del Palio è una valutazione che attinge a molti elementi: estetici, culturali, religiosi. E neppure posso pensare che la differente sensibilità religiosa del Maestro che ha dipinto il Palio possa avere influenzato in qualche modo il giudizio di alcuno.
Si deve dire che al Sindaco in quanto cittadino, il Palio è piaciuto, ed è legittimo che l’Arcivescovo Buoncristiani possa non essere soddisfatto dell’opera su un piano personale.
Tuttavia, quando si assume un ruolo sia religioso che politico, la visione deve abbracciare altre prospettive: quelle di una intera comunità che si riconosce nel Comune e anche nel sentire religioso.
Credo che l’Arcivescovo voglia bene alla città ma credo anche che abbia sbagliato nel non benedire il Drappellone del Maetro Szmkowicz. Soprattutto non ha tenuto un dialogo su questo aspetto con il Comune preavvertendo il Sindaco della sua scelta.
Spero e confido che non vi sia problema alcuno per l’omaggio che la Contrada vittoriosa farà in Duomo la sera del Palio.
Auspico per il futuro un dialogo costante e continuativo nel rispetto dell’autonomia di entrambe le autorità: religiosa e civile”.
Intanto, anche il Collegio dei correttori di Contrada è intervenuto sull’accaduto:
“Il primo e più importante titolo che è stato attribuito alla Madonna è quello di Madre di Dio, perciò da secoli gli artisti la raffigurano con Gesù Cristo in braccio.
Questa è la fede che da quasi due millenni il popolo senese si tramanda di generazione in generazione in ossequio alla tradizione e alle scritture. I Senesi hanno un amore straordinario per il cavallo, una meravigliosa creatura di Dio. Sostituire Gesù Cristo con un cavallo significa peró irridere sia la devozione dei Senesi per la Madre di Dio che il loro rispetto per i cavalli.
Negli ultimi vent’anni più volte i correttori hanno chiesto al Comune di essere stabilmente interpellati per assicurare che l’iconografia del Palio fosse rispettosa dei valori secolari della festa. Siamo rimasti inascoltati e la triste conseguenza è che il Vescovo ha dovuto prendere una posizione clamorosa che speriamo convinca chi di dovere a rendersi conto che non siamo disponibili a lasciar stravolgere il patrimonio di fede che ci é stato lasciato da una storia ricchissima e gloriosa di santità senese e che trova una sua eccezionale espressione nella festa del Palio”.
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