“Di restauri… e altre storie”: la contrada della Chiocciola ha presentato l’importante campagna di restauri che ha interessato parte del suo ricco patrimonio storico.
Un progetto che nasce in piena emergenza Covid, periodo che ha trasformato la nostra quotidianità imponendo una distanza forzata anche dalla vita di rione, e che racconta dell’amore, del senso di appartenenza e del profondo rispetto che la comunità senese e contradaiola in particolare, nutrono verso una memoria che è anche futuro.
In questi mesi di lontananza, l’archivio della contrada ha promosso una sottoscrizione fra chiocciolini che ha permesso di restaurare tre drappelloni e un antico reliquario.
Sono stati così recuperati e riportati al loro originario splendore i drappelloni del 1882, del 1885 e del 1926 e uno degli oggetti più cari della devozione chiocciolina, il reliquiario dei santi Pietro e Paolo ancora oggi in uso per le celebrazioni liturgiche.
Il restauro dei drappelloni è stata condotto dalla ditta “L’antico tessuto” di Sandra Bogi che ha provveduto a recuperare le tre opere d’arte. I drappelloni sono stati sottoposti a un intervento conservativo che li ha messi in sicurezza evitando un evidente e progressivo degrado, che ne comprometteva la conservazione.
Un lavoro che non ha mancato di rivelare qualche piccola “misteriosa” curiosità. Nel drappellone del 1926, ad esempio, dedicato ai 500 anni della battaglia di Camollia, viene raffigurato un putto che sembra tirare neve sull’esercito. Un elemento iconografico su cui gli storici potranno divertirsi ad indagare.
In particolare, il restauro del drappellone del 1882 è stato offerto da Maria Cristina Peccianti in ricordo di Lorenzo Fiorai, chiocciolino prematuramente scomparso.
Un intervento di conservazione, consolidamento e pulitura ha invece interessato il reliquario dei santi Pietro e Paolo restaurato da Francesco Paganini, maestro orafo della scuola di arte sacra di Firenze. Il reliquiario (verosimilmente databile al XVII o XVIII secolo) in legno e argento, era ridotto in uno stato molto degradato. Dopo lo smontaggio delle lastre d’argento dal supporto ligneo è stata ricostruita una piccola parte di legno che mancava e sono stati ripristinati i volumi di alcuni motivi decorativi (specialmente due volti di putti e alcune foglie) che si erano completamente appiattiti. Quindi si è provveduto alla pulitura delle lamine d’argento.
Ma non finisce qui: grazie alla generosità di Roberto e Anna Maria Zalaffi entrano a far parte del patrimonio culturale chiocciolino due superbi candelabri e una croce in ferro forgiato e battuto, opera del maestro Luciano Zalaffi (1881-1931), uno dei più importanti artigiani senesi del ferro battuto, figlio di Benedetto Zalaffi.
Le pregevoli opere d’arte sono stati restaurate dalle sapienti mani di Cecilia Rigacci, che ha rimosso un grosso strato di vernice a smalto celeste riportandoli al loro originario splendore.
“Restaurare il patrimonio della contrada – commenta il priore Marco Grandi – significa mantenere vivo il ricordo di una storia che abbiamo ereditato e che dobbiamo consegnare a coloro che verranno. Un motivo di grande orgoglio che poi è quello di sentirsi parte di una comunità tanto unica e straordinaria come quella della Chiocciola e di Siena tutta”.