Sono partiti dal Massachusetts qualche giorno fa, sono studenti americani ed a gruppi di tre persone, tranne uno che sarà da due, sono pronti a vivere i quattro giorni di festa ospiti delle 10 consorelle che correranno la Carriera dell’Assunta. Per la sesta volta consecutiva, la prima fu nel 2014, prosegue la collaborazione tra l’ università americana di Harvard e il Magistrato delle Contrade. Ventinove giovani immatricolati nel prestigioso ateneo statunitense vivranno il palio a stretto contatto con i contradaioli. A presentare il progetto ieri c’era Fabio Pacciani, ex Rettore del Bruco, e organizzatore dell’iniziativa quando era Rettore del Magistrato delle Contrade. “Questo è il modo migliore per aprirsi al mondo soprattutto per chi dimostra di avere una certa sensibilità nel voler capire come funzionano le contrade. Le nostre regole, la nostra cultura possono essere materia d’apprendimento per le future classi dirigenti Usa”.
Ieri sera, a cena nel Bao Bello, si è svolto l’abbinamento tra i ragazzi di Harvard e le 10 contrade. L’evento è stato anche l’occasione per un primo approccio tra i giovani studenti e i contradaioli coetanei che saranno i loro ‘accompagnatori’ durante i giorni di palio. “Abbiamo iniziato con 16 persone ed ora arriviamo stabilmente a quota 30 – ha dichiarato soddisfatto il professore Francesco Erspamer, docente di Harvard e referente del progetto -. Chi viene qui non resta mai delusi ed anzi ritorna anche negli anni successivi per rivivere le stesse emozioni. La nostra idea è di fare un corso sul Palio e sulle contrade, un grande esempio di ingegneria sociale”. Tanta partecipazione e tanto entusiasmo per un progetto che non solo si propone di far conoscere Siena nel mondo ma soprattutto di creare rapporti di amicizia tra persone di diversi continenti. “Dobbiamo aprirci al mondo e la città deve essere disponibile ad eventi di respiro internazionale – ha concluso il sindaco Luigi De Mossi -. Questo evento rappresenta una grande opportunità perché Harvard è un’università di eccellenza assoluta”.
Marco Crimi