Il voto, l’affidarsi alle “Alte Sfere Celesti”, è da sempre una tradizione che vive nei cuori dei senesi, speranzosi di veder realizzato il loro desiderio.
Archiviato il Palio di luglio, eccoci di nuovo a spremerci le meningi per cercare di studiare il voto perfetto, quello che sarà più gradito alle “Alte Sfere Celesti“, tanto gradito da convincerli a “tornare dalle vacanze” prima di ferragosto per volgere un occhio benevolo verso la contrada del cuore.
Tutti i senesi sanno che c’è chi “per grazia ricevuta”, è andato a piedi da Siena a Firenze, ha salito in ginocchio tutte le scale del Duomo per arrivare fino all’altar maggiore, ha pulito le cucine di una pizzeria cittadina per la felicità dei proprietari che, quel giorno, hanno lavorato parecchio meno oppure ha fatto tutti i cenini dopo Palio (compresa cena del piatto e dell’asta) senza toccare un goccio di vino.
Sappiamo di un contradaiolo che, proprio per grazia ricevuta, salì in cima alla Torre del Mangia portando sulle spalle da una ragazza: il giorno dopo aveva la febbre a 40!
Come deve essere un voto? Innanzitutto deve imporre una rinuncia a qualcosa che si ama, oppure deve comportare uno sforzo o un’azione particolarmente gravosa. Ma attenzione: il fioretto deve essere un impegno, importante magari, ma non impossibile da realizzarsi.
Perciò è inutile barare e imbarcarsi in imprese ciclopiche: la Chiesa stessa (e per situazioni ben più serie di questa) rifiuta le promesse che risultano impossibili a mantenersi, poiché, saggiamente, ammonisce che “ad impossibilia nemo tenetur“.
E, a proposito di fioretti, per il Palio dell’Assunta ecco che l’altare dedicato alla “Madonna del Voto“, in Duomo, viene preso letteralmente d’assalto dai contradaioli: tutti, ma proprio tutti, andranno prima o poi ad accendervi, come minimo, una candela. Intanto si guarda dove verranno posizionate le bandiere dentro la cattedrale: a lato dell’altare maggiore? Buono. Alla colonna di quest’altare? Perfino meglio. Alla porta d’ingresso? Per essere sicuri che non entri vittoriosa la nemica. A guardia del Cencio? Se è una Contrada che non corre: cercherà, anch’essa, di ostacolare la rivale in Campo, se corre è lì che aspetta il Drappellone nel suo rione.
Viste le “ posizioni” allora sì che ci si sbizzarrisce! E anche quest’anno niente dolci per due mesi e via andare. Per finire un’ultima raccomandazione sui voti: eseguiteli solo dopo essere stati esauditi. Non fate come qualcuno che conosco, che un anno ha lasciato il fazzoletto all’altare della Madonna del Voto il 15 d’agosto e poi “col cavolo” che il 16 ha vinto il Palio!
Anche con le Alte Sfere Celesti vale il vecchio adagio popolare: “chi paga prima secca la vigna“.
Muara Martellucci
Roberto Cresti