“Per poter vincere un Palio è necessario un grande popolo, una grande contrada e noi lo siamo. Si vince e si perde, voglio partire da qui dopo aver avuto l’esperienza traumatica da priore nel 2014, quando vinse l’avversaria” . Il capitano vittorioso Massimo Bari saluta le autorità e i presenti con un excursus preciso che ha portato alla vittoria, e ha cominciato il suo discorso da quando era priore lecaiolo nel 2014, quando vinse la Civetta. E prima di ringraziare tutti i suoi collaboratori ha salutato la dirigenza della Civetta, presente al ricevimento insieme alle altre consorelle. Parla poi di Giovanni Atzeni, lo elogia come grande uomo e “gliene sono grato, i risultati si vedono”.
Una vittoria “attesa” che ha portato “un’enorme felicità per un popolo che è in crescita e che sono sicuro potrà conquistare altri traguardi e successi”. Questo il punto focale del discorso del priore Alessandro Mariotti. “Questo popolo ha saputo aspettare la vittoria ed ha saputo fortificarsi nell’attesa. Qualche giorno fa, un piccolo contradaiolo mi ha chiesto perché dovessimo ospitare tutte queste autorità e ho cercato di spiegare l’importanza delle stesse autorità per la tutela della nostra città e della nostra Festa”, ha aggiunto.
“Individualità capaci di legarsi come un collettivo”. Il sindaco Luigi De Mossi batte invece su un argomento che, nell’estate in cui è tornato il Palio, ha ripetuto più volte. E sempre rimanendo in tema di vecchi refrain De Mossi torna “sul Palio della luce” di agosto, che “ci ha fatto tornare ad apprezzare e riassaporare i nostri valori”. La chiosa è una frase ad effetto: “Chi ha il privilegio di essere un contradaiolo ed un senese ha il potere dell’eternità”.