Il Palio attraverso i secoli – Prima di Flash Gordon e Tiramolla ci fu Gentile Sermini

Se Flash Gordon in un immaginario Palio, sull’anello di tufo di Piazza del Campo, “nerba” Tiramolla. Se Paperino, Paperina e Qui, Quo e Qua vengono ad assistere alla Carriera trasformandola in una rocambolesca avventura. Se Staino su “Linus” racconta la “giornata particolare” di Bobo proprio durante il Palio, è chiaro come la Festa, ormai, sia diventata parte integrante del canone descrittivo della città: senza Palio non è Siena. E questo traspare in ogni ambito comunicativo e di intrattenimento: dai fumetti destinati, però, non solo ai più piccoli, ai giornali, alla documentaristica, ai film (di più o meno alto livello).
Del resto le feste senesi (perché si inizia a raccontare da pugna, caccie e bufalate) vantano un precoce narratore in uno scrittore abbastanza misterioso, dato che della sua biografia non si sa quasi nulla, ma che è conosciuto con il nome di (Pseudo) Gentile Sermini. Tuttavia, oggi, gli studiosi e i filologi sono concordi nell’identificarlo con l’aristocratico Antonio di Checco Rosso Petrucci vissuto tra il 1400 e il 1471. Chiunque fosse, dalla sua penna e dal suo inchiostro, è giunta a noi la descrizione, con una narrazione di un’insolita modernità per l’epoca nella quale viene narrata (gli anni venti del XV secolo) il gioco delle pugna in Piazza del Campo, non raccontando ciò che accade, ma riportando in diretta i commenti, le grida, gli incitamenti, le imprecazioni dei partecipanti e rendendo, così, il lettore partecipe dell’avvenimento come se si trovasse nel bel mezzo dello scontro. E’ in questo contesto che, per la prima volta, si incontrano i nomi di alcune brigate che compariranno, in seguito, come Contrade: la Giraffa, la Chiocciola, Vallepiatta (la Selva). Fa la sua comparsa, in questo stringato repertorio, anche brigate che perderanno presto nome e territorialità come lo Zoccolo.
E così ce lo possiamo quasi immaginare come un “radiocronista” avant la lettre mentre da una finestra di Piazza narra ai suoi ascoltatori:

Chi vedesse azuffar costoro in piazza
con tanta pertinacia [foga] per la parte
havendo mille carte [vivesse pure mille anni]
non crederia che non fusser nimici,
e l’altro dì son fratelli et amici

Dopo, solo molti secoli dopo, verranno Luigi Bonelli e Silvio Gigli.

Per approfondimenti da leggere: “Il Palio di Siena. Una festa italiana” di Duccio Balestracci (Laterza, 2019), dal quale sono tratte anche queste notizie

 

Maura Martellucci