Il Ministero della Cultura riconosce il Palio come “espressione di identità culturale collettiva”. La decisione arriva attraverso la pubblicazione di 17 decreti redatti dopo una selezione di oggetti relativi alla Festa e considerati dalle contrade come particolarmente significativi nella loro vita e nella loro storia.
Sono nello specifico 17 bandiere e 6 tamburi individuati con i rappresentanti delle consorelle e vincolati come testimonianze materiali del Palio di Siena.
Premessa dell’intervento del Ministero, basato su di un lungo e articolato progetto, muove proprio dalla consapevolezza che “il Palio si corre tutto l’anno” e che il suo valore immateriale risiede nell’insieme di prassi, rappresentazioni, saperi, tecniche, rituali e iniziative che pervadono la vita quotidiana della città, ben oltre i giorni specifici in cui si svolgono i due momenti della festa, plasmandone l’organizzazione sociale e culturale – spiega una nota-. La storicità del Palio e la sua capacità di adattarsi ai mutamenti politici, culturali, sociali ed economici, mantenendo nei secoli un’ampia partecipazione cittadina e un’importante visibilità nazionale e internazionale, rappresentano ulteriori ragioni della sua straordinaria importanza nell’ambito del patrimonio culturale della Nazione.
Il sindaco Nicoletta Fabio che parla di un “risultato importante per la città ottenuto grazie all’impegno e alla professionalità di tutte le parti in causa”. Il progetto, prosegue, “ha riguardato e coinvolto inclusivamente tutte le nostre contrade con l’obiettivo di valorizzare il nostro patrimonio identitario garantendo un riconoscimento ufficiale delle nostre tradizioni e di tutti gli elementi e simboli ad esse collegati”.
Soddisfatto anche il Magistrato delle contrade che con i rettori Claudio Rossi, Gianni Morelli e Emanuele Squarci ha seguito quest’iniziativa. “Il riconoscimento – sottolinea Squarci – è il risultato di un lavoro svolto dagli enti preposti con il pieno coinvolgimento delle contrade e la massima collaborazione e disponibilità nei confronti delle stesse”. Squarci poi ha ringraziato ” il direttore dell’Istituto centrale per il patrimonio immateriale Leandro Ventura, il soprintendente Gabriele Nannetti e tutti i loro collaboratori che si sono spesi con grande impegno professionale e personale partecipazione per questo importante risultato”.
Questo è il primo passo di un progetto partito cinque anni fa che ha visto una lunga ricerca etnografica condotta sul campo da Katia Ballacchino (oggi docente di Antropologia culturale all’Università di Salerno), con la quale è stata documentata la ricchezza contemporanea del complesso mondo del Palio a partire dai vissuti dei suoi protagonisti, le contradaiole e i contradaioli, e dai significati che gli sono attribuiti localmente.
Il suo lavoro ha messo in luce la vitalità culturale e sociale delle relazioni dei rioni. I vincoli emessi non sono volti a una sorta di “congelamento” degli oggetti stessi, ma intendono preservarne e garantirne usi e significati correnti, valorizzando il loro legame con il patrimonio culturale immateriale del Palio, con la storia delle contrade e con la vita delle persone che li hanno costruiti, cuciti, utilizzati, suonati, vissuti e, in qualche modo, messi in valore nel tempo e continuano a farlo tuttora.
Le bandiere e i tamburi, infatti, sono stati scelti come elementi rappresentativi per il loro particolare interesse storico ed etnoantropologico, in relazione alla dimensione performativa e pubblica, ma anche intima della festa, creando un binomio inscindibile sia dal punto di vista funzionale che simbolico. Protagonisti dei grandi appuntamenti del calendario rituale e parte integrante di quelle pratiche utili a delineare confini e peculiarità delle singole Contrade, tamburi e bandiere del Palio sono oggetti significativi dal punto di vista demoetnoantropologico e immateriale e sintetizzano al meglio il rapporto che si instaura tra manufatto, pratiche e saperi, affezione, memoria, uso, nonché immaginazione del futuro della comunità patrimoniale. Inoltre, i processi di produzione, le pratiche di utilizzo, i significati e i saperi associati a questi oggetti costituiscono un aspetto centrale della vitalità del Palio e delle Contrade, legando in maniera indissolubile queste ultime alla festa.
Questo importante progetto rappresenta un caso unico in quanto il valore del Palio di Siena quale “espressione di identità culturale collettiva” è stato riconosciuto a livello nazionale attraverso l’adozione di metodologie innovative, come il coinvolgimento attivo delle cosiddette “comunità patrimoniali” delle diciassette Contrade nella ricerca e nel procedimento di tutela. In virtù di tale processo, è ora possibile avviare un percorso di salvaguardia, volto a supportare le Contrade nel mantenimento della vitalità del Palio e della vita socioculturale a esso associata. Ancora una volta il Palio di Siena è un esempio in Italia e rappresenta un modello per i procedimenti di riconoscimento delle espressioni di identità culturale collettiva del paese.
Di seguito l’elenco dei beni vincolati: bandiera di Mastuchino, Nobile Contrada dell’Aquila; bandiera del 1700, Nobile Contrada del Bruco; tamburo da “giro” e bandiera della fine del XVIII secolo, Contrada della Chiocciola; bandiera di piazza antecedente al 1955 e tamburo Claudio Demuru detto il “Bamba”, Contrada Priora della Civetta; bandiera della Regina Margherita di Savoia, Contrada del Drago; bandiera a fiamme con motivo a coda di rondine, Imperiale Contrada della Giraffa; bandiera della Contrada Sovrana dell’Istrice e tamburo imperiale della Contrada Sovrana dell’Istrice, Contrada Sovrana dell’Istrice; coppia di bandiere di piazza che ha concluso la passeggiata storica del Palio del 17 agosto 2022, Contrada del Leocorno; bandiera Bracci, Contrada della Lupa; bandiera con i cavalli alati e tamburo imperiale del 1928, Nobile Contrada del Nicchio; coppia di bandiere “Ettorina” e “Argia”, Nobile Contrada dell’Oca; bandiera della Contrada Capitana dell’Onda; bandiera restituita dalla famiglia Sozzi, Contrada della Pantera; tamburo imperiale detto “Lorenzo Guasparri”, Contrada della Selva; tamburo di Piazza del 1981, Contrada della Tartuca; riproduzione della bandiera cinquecentesca della contrada della Torre, Contrada della Torre; bandiera a “fiamma vecchia”, Contrada di Valdimontone.