Grazie a Nello, Marisa e Isolina, ospiti dell’Asp Campansi, abbiamo fatto un tuffo nelle memorie del Palio. Quelle più vere, fatte di aneddoti e di chi il rione l’ha vissuto.
Nello, detto Bacicche, è nato 85 anni fa in via Roma. Nel Montone c’è quindi nato e cresciuto e anche quando per lavoro si è dovuto allontanare da Siena, è stato sempre forte in lui il desiderio di tornare nella propria città, nel proprio rione. “Io per lavoro ho girato tanto, ma di città come la nostra non ce n’è. E lo spettacolo che offre il Palio non c’è da nessun’altra parte”.
Ci racconta di una contrada però cambiata “Prima eravamo più del tipo “pochi, ma boni”. Alle cene eravamo 80, 100, oggi più di mille. C’era un rapporto umano diverso, anche tra consorelle. Mi ricordo che le contrade più grandi mandavano i propri ragazzi nelle contrade più piccole, quando io ero piccolino. Le bandiere di seta costavano troppo, i soldi mancavano, non si poteva scialare. Quindi si mandavano gli alfieri più bravi alle contrade che ne avevano pochi”.
Anche tra rivali il rapporto era diverso: “Tra Montone e Nicchio si poteva litigare al Ponte di Romana, ma per il resto dell’anno eravamo amici. Alla nemica si vuole bene. Anche se è vero che nel Palio tutto è permesso: negli anni ’70 si rimandò la corsa al giorno dopo perché il Nicchio era di rincorsa e non voleva far partire il Montone”
Il rispetto per la rivale si legge anche nel rapporto tra Marisa e Isolina, amiche ultraottantenni, l’una tartuchina, l’altra chiocciolina.
Marisa ci dice infatti “ho tanti amici anche in San Marco. Lì ho avuto la mia bottega di vinaio per venti anni e non ho mai avuto da ridire con nessuno.” La sua dichiarazione d’amore per la Tartuca le riempie poi il viso di gioia “per tanti motivi non ho avuto molto tempo da dedicare alla mia contrada, però le ho dato mio figlio: Colonnino. L’ho educato all’amore per la città e per la Tartuca. Prima sant’Agostino era proprio una scuola per tartuchini, i cittini crescevano lì”.
Ci racconta poi di quanto le donne siano da sempre un caposaldo all’interno della contrada “Quando se ne andò Cice, la mamma di Luca Guideri, fu un dolore immenso per la contrada. Non ce n’era altre come lei. Quanto ha fatto per la Tartuca!” e invita le contradaiole più giovani a prendere queste donne come esempio: “mi auguro che vogliano sempre tanto bene alla contrada e che si diano sempre da fare, come già fanno in molte, devo dire”.
Questo, per Marisa, sarà il primo Palio dopo 84 anni che vedrà lontano dalla Piazza, dal rione, eppure anche dalla casa di riposo, ne segue tutti i passi e crescono con lei le speranze “questo Cencio mi piace tanto, è bellissimo. Ci vedo proprio la Tartuca, ha i riflessi gialli e blu”.
Isolina, chiocciolina, le lancia uno sguardo poco convinto: “Io invece spero proprio che vada come nel ’99!”
Perché l’età non conta, il Palio è Palio, cambiano i luoghi, le persone, cambia il mondo, ma le emozioni restano immutate, tanto che l’augurio che fanno questi tre anziani dall’anima giovane a Siena è “che ci sia tra tutti più contatto umano, che nelle contrade tutti si diano da fare per questo e che si voglia sempre bene alla nostra Sienina!”.
Selene Bisi Fineschi