Dopo l’uscita, nel 1932, del film di Blasetti “Palio” bisognerà aspettare la metà degli anni Cinquanta per avere la Festa senese come cornice di una storia. Ancora una volta, d’amore: ovvio.
Nel 1957 Luigi Zampa, ispirandosi ad un romanzo di Raffaello Giannelli (“Diana. La ragazza del Palio” edito da Mondadori nel 1957) ma in realtà in vistoso debito di idee nei confronti di Luigi Bonelli e della sua operetta “Rompicollo” datata 1928 e musicata da Giuseppe Pietri, gira nella nostra città “La ragazza del Palio”, con Diana Dors, Vittorio Gassman e Franca Valeri. La pellicola non è delle più eccelse ma a Siena vi siamo molto “legati” perché la storia di questo film s’intreccia con quella di Rosanna Bonelli, l’unica donna ad aver corso una Carriera in età moderna.
Tutto inizia nella “famigerata” estate del 1957. Rosanna è a Merano per disputare il Cross Country e quando torna a Siena per il Palio di luglio stanno girando, appunto, “La ragazza del Palio”. Nell’Entrone ci sono i fantini scritturati dalla produzione del film e Rosanna d’accordo con Ganascia riesce, con uno stratagemma, a montare a cavallo e a fare due giri di Piazza. Il caso vuole che la controfigura della Dors cada e si faccia male, così Rosanna ottiene la parte.
Il film si snoda tra scenari impossibili, ambienti contradaioli improbabili, un’inesistente rivalità tra Aquila e Chiocciola, con una prosperosa americana che fa innamorare il Capitano dell’Aquila, il nobile spiantato Gassman, e che per ripicca corre per la Chiocciola e vince pure. Poi, l’amore, come sempre trionfa.
Ma torniamo a Rosanna Bonelli. Per lei il film fu l’occasione per coronare il suo sogno: correre il Palio davvero. Così dopo le riprese prova a chiedere a suo zio Umberto Bonelli, Capitano della Selva, di poter montare, ma trova un netto rifiuto (lo zio teme anche per la sua incolumità, non solo per strategia paliesca: ha promesso al padre Luigi, suo fratello ormai scomparso, di prendersi cura delle figlie) e così disuterà il Palio dell’Assunta del 1957 per la Nobile Contrada dell’Aquila il cui Capitano era l’unico con il quale il premuroso zio non aveva parlato (o con il quale la produzione del film fu più “convincente”). Vince due prove ma durante la Carriera cade. La sua storia fa il giro del mondo: “La Domenica del Corriere” le dedica una delle sue famose vignette e i giornali di tutto il mondo (anche il Daily American) parlano di questa “impresa”.
Rosanna scenderà sul tufo col soprannome di Diavola, ma per tutti sarà sempre e solo Rompicollo.
E allora, visto che ne scriviamo un 10 agosto, giorno del suo compleanno, da tutti noi e da tutta Siena: Auguri Rompicollo, sei il nostro mito!
Maura Martellucci
Per sapere tutto quello che volevate sul Palio ma non avete osato chiedere, è da leggere: “Il Palio di Siena. Una festa italiana” di Duccio Balestracci (Laterza, 2019), dal quale sono tratte anche queste notizie.
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