Palio

Il regolamento del 1721: si corre solo in dieci

Risale al 1721, in quello che potremmo definire il primo vero e proprio regolamento del Palio, dal momento che tutta la normazione successiva non ha fatto quasi altro che adeguare, circostanza per circostanza, alle necessità questo strumento senza, tuttavia, stravolgerlo.

A generare la normativa è, almeno formalmente, un fatto tragico che si verifica nel luglio del 1720 quando ancora la partecipazione alla corsa è aperta a tutte le 17 contrade e tutte, infatti, vi prendono parte. Accade, infatti, che a conclusione della corsa un uomo (ma altre fonti dicono due) si lancia in pista per andare a prendere il suo cavallo che ha vinto e viene così travolto da quelli che sopraggiungono, rimanendo ucciso.

In realtà è possibile che, al netto di questo certamente drammatico episodio, la constatazione dell’oggettiva pericolosità di una carriera con tanti partecipanti abbia indotto i governanti a deciderne un serio disciplinamento riducendo il numero delle Contrade in gara a dieci per volta (la prima volta, nel 1721, verranno ovviamente estratte tutte a sorte). Il regolamento, che porta la firma di Violante Beatrice di Baviera, relativamente fresca governatrice della città, stabilisce, pertanto che si corre in dieci (anche se rimane la decisione volontaria della Contrada che può, se vuole, rinunciare a correre purché lo notifichi e purché, in base ad una norma del 1682, formalizzi per scritto la sua decisione a correre, entro il 20 giugno).

In origine, le contrade escluse a luglio corrono di diritto nell’eventuale ricorsa di agosto, ma, stante l’aleatorietà di questa seconda edizione ancora non ufficializzata come corsa ordinaria, dal 1745 si applicherà la rotazione (come ancora è) luglio con luglio, lasciando l’eventuale Palio di agosto alla partecipazione di dieci contrade tutte estratte a sorte. Solo dal 1805 si applicherà, infatti, anche la rotazione agosto con agosto come già avviene per l’edizione di luglio. Ma questa è un altro pezzetto di storia.

Per saperne di più: Duccio Balestracci, “Il Palio di Siena. Una festa italiana” Laterza 2019

marco crimi

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