La reazione della contrada dell’Oca dopo i due Palii di squalifica inflitti dalla giustizia paliesca non si è fatta attendere.
Così scrive il rione di Fontebranda in un comunicato stampa che è stato diramato nel pomeriggio: “La Nobile Contrada dell’Oca ritiene palesemente iniqua e immotivata nella sua entità la sanzione comminata dalla giunta comunale. Dobbiamo infatti prendere atto che le motivazioni addotte nella stesura del nostro ricorso presentato avverso la sanzione, peraltro largamente esaustive e collegate a precedenti fatti sottoposti a sanzioni dalla stessa giunta negli ultimi due anni, non hanno avuto la corretta e necessaria attenzione; contiamo peraltro che il dispositivo di sentenza chiarirà quali argomentazioni ha fornito la giunta per contestare i contenuti del ricorso”.
E ancora: “Appare infatti palese la difformità di giudizio che ha colpito ingiustamente la nostra contrada, che non nasconde le modalità dei fatti avvenuti ma che ritiene siano stati valutati con animo punitivo, pregiudiziale frutto forse anche di pressioni che niente hanno a che vedere con l’equità dei giudizi. Ancora una volta appaiono quindi evidenti i limiti di questa amministrazione comunale nella capacità di stabilire un rapporto di totale fiducia e di piena collaborazione con le contrade. I segnali affermati anche durante i lavori della commissione insediatasi a suo tempo per la revisione del regolamento del Palio, secondo i quali l’aspetto principale da curare sarebbe stato quello dell’uniformità di giudizi e della creazione di una giurisprudenza di riferimento, sono stati completamente disattesi. E’ venuta quindi meno la necessaria uniformità di giudizio, sempre più imprescindibile e funzionale allo spirito del Palio e, consequenzialmente, alla possibilità delle contrade di vivere ed esercitare le storiche rivalità all’interno del perimetro del regolamento e della interpretazione che via via nel tempo ne ha fornito l’amministrazione comunale. Viene svilita e oltremodo penalizzata la possibilità di ostacolare l’avversaria, a pena di svuotare la corsa del Palio dei suoi significati più veri, popolari e genuini che sono poi il vero motivo della perpetuazione di un rito collettivo così autentico e carico di valori. Ma ciò deve avvenire nella consapevolezza che, a un determinato comportamento illecito, debba corrispondere una sanzione giusta, equa e soprattutto uniforme rispetto ai precedenti analoghi”.
Scrivono ancora da Fontebranda: “Risulta poi singolare e incomprensibile la decisione dell’amministratore delegato al Palio di soprassedere di fronte al reiterato atteggiamento, pericoloso e violento di appartenenti alla contrada nostra avversaria, verso un mezzo di soccorso della Pubblica Assistenza che ha, anche secondo le affermazioni del Presidente della stessa di cui sono stati informati i deputati della Festa, provocato danni soprattutto agli operatori sanitari volontari impegnati nello svolgimento delle loro preziose funzioni. Alla luce di queste considerazioni appare risibile l’affermazione dello stesso delegato secondo il quale saremmo, nel caso in questione, in assenza di un quadro probatorio sufficiente per dar corso ai necessari addebiti. Tale comportamento cozza tra l’altro palesemente con quanto recentemente avvenuto a danno di una consorella per testimonianze verbali fornite da terzi certamente meno probanti di documenti ufficiali e testimonianze dirette in mano all’amministrazione”.
La nota si conclude con una citazione di Santa Caterina: “Appare doveroso infine fare un riferimento alla nostra patrona Santa Caterina la quale affermava che la politica avrebbe dovuto parlare in nome dei valori morali. E quando capì di essere stata imbrogliata dai capi di quella Chiesa che amava così appassionatamente, reagì, facendo parlare l’unica vera fonte di ogni potere. Nell’ultimo messaggio che fece recapitare a papa Urbano VI, ella scrisse le parole che Dio stesso le avrebbe rivelato sulla sua Chiesa: ‘Mi dolgo che io non trovo chi ci ministri. Anco, pare che ognuno l’abbia abbandonata. Ma io sarò rimediatore’”.