Il 25 settembre 1836 muore, all’ospedale di Santa Maria della Scala, Niccolò Chiarini detto Caino. L’incidente che lo portò alla morte fu tragico ma fatale e legato alla sua carriera di fantino: durante una corsa con i cavalli scossi, il cui arrivo era a porta Fontebranda, Niccolò Chiarini, che come barbaresco stava tenendo fermo il cavallo alla partenza con una corda, al momento della partenza non lascia subito la corda e vi resta impigliato, viene trascinato per diversi piedi e quando cade a terra il cavallo gli schiaccia la testa con lo zoccolo.
Si legge nel rapporto di polizia stilato il giorno successivo (Archivio di Stato di Siena – Governo di Siena 348 – anno 1836): “caduto esso Chiarini al suolo rimase semivivo per cui invitata la Venerabile Confraternita di Misericordia associò esso Chiarini col cataletto in questo Regio Spedale di S. Maria della Scala ove venne collocato il letto di N° 103 e dal Chirurgo di guardia Sig.re Bassignani fu riscontrata al Chiarini una ferita dell’estenzione di un pollice circa interferente tutti i comuni tegumenti fino al pericranio sottostante, situata trasversalmente nella tuberosità occipitale, ed una vasta contusione accompagnata da due leggere scarfiture occupanti il sopracciglio, e la parte superiore dell’osso zigomatico, quali medicate vennero giudicate pericolose per essersi nel malato manifestati dei sintomi di Commozione Cerebrale, e alle ore dieci e un quarto della sera stessa cessò il Chiarini per causa di dette ferite di vivere. La Polizia che si trovò presente all’accaduto, non riscontrò il fatto che meramente casuale e disgraziato, e senza colpa d’alcuno”. Caino è uno dei fantini più celebri di quegli anni. Esordisce sul Campo nell’agosto 1799 ed il dominatore della Piazza nel primo trentennio dell’Ottocento.
Si ritira nel 1831 dopo 60 Palii corsi e 14 vittorie, a un passo dal record di Bastiancino e del Gobbo Saragiolo. Conquista tre cappotti e, come Ciocio e il Gobbo Chiarini, suo fratello, nel corso della sua carriera ha indossato il giubbetto di tutte le diciassette Contrade, vincendo in ben dieci Contrade diverse. Nel documento che descrive la sua morte Caino si dice di lui: “Questi è un bravo fantino, avanti che ne venissero dei giovani, vinse 14 palii. Era di piccola statura, goffo e brutto”.