Torna a grande richiesta nelle librerie un libro di Massimo Biliorsi che illustra la Festa senese: “Siena. Le stagioni del Palio”. Un viaggio in dodici mesi con gli scatti di Giulia Brogi e la prefazione di Duccio Balestracci.
Andato esaurito in pochissimo tempo, grazie agli appassionati di Palio e non soltanto senesi, in questi giorni di passione paliesca torna il saggio “Siena. Le stagioni del Palio” di Massimo Biliorsi (Edizioni Il Leccio) con le fotografie di Giulia Brogi e la prefazione di Duccio Balestracci. Una nuova edizione stampata anche in inglese con la traduzione curata da Annalisa Coppolaro.
Il suo immediato successo viene dalla sua originale formula di raccontare la Contrada e il Palio. Sono i contradaioli gli assoluti protagonisti di questo viaggio a 360° nell’universo dei diciassette rioni: ci si muove in una sorta di itinerario “ragionato” sui dodici mesi contradaioli, raccontando la storia, l’evoluzione e le emozioni di un intero anno, per un modo aggiornato e originale di far comprendere il senso di appartenenza ad un rione.
Il tutto in uno slancio editoriale di pregio, destinato non solo al mercato italiano, con le versione in inglese per esaudire i lettori interni ed esterni alla Festa più famosa del mondo.
In questo particolare rapporto fra parola ed immagine, si vuole far vivere attimo per attimo l’essere contradaioli, partendo dalla primavera, ovvero dalla origine del rapporto di ogni senese e la sua Contrada, seguendolo nel suo percorso che è fatto di passione, ma anche dall’apprendimento del proprio passato, del senso delle tradizioni, di come questa appartenenza sia cambiata nei secoli e cosa significa essere oggi di uno dei diciassette piccoli stati, vivendo la globalità, i nuovi mezzi di comunicazione e il gusto di ritrovarsi nella propria Società di Contrada, di sognare un’altra vittoria in Piazza del Campo.
Un Palio quindi “giovane”, attuale, con i primi mesi dell’anno che sono quelli della preparazione della festa, ma anche degli incontri, degli eventi cittadini e rionali, il tempo giusto per insegnare ai più piccoli non soltanto l’arte della bandiera e del tamburo, ma anche lo stare assieme, unendo generazioni che in altre città non hanno modo di ritrovarsi, magari parlando delle origini di una manifestazione così complessa e così passionale. Ed ecco l’estate, il fuoco della stagione.
I preparativi nelle Contrade e in Piazza, il “salotto buono” che si veste a festa, l’assegnazione dei cavalli, i quattro giorni di prove, i complotti e le tattiche, fino al grande giorno, dalla Messa del fantino all’alba fino al grande epilogo con la corsa e il giubilo, con la lunga notte del rione vincitore.
In autunno c’è tempo per la riflessione sulla stagione appena trascorsa, ma le Contrade non si fermano e mentre i vincitori allestiscono il loro trionfo con le Cene della Vittoria, tutti offrono altre iniziative, dal giorno dei Tabernacoli dedicato ai più piccoli, ai canti del Palio ad altri aspetti che la stagione estiva può mettere meno in evidenza, come le trasformazioni della Festa, il senso delle rivalità, uomini e donne pronti alle immancabili elezioni, il rapporto con i mass media e la comunicazione.
E poi l’inverno, il tempo giusto per entrare nelle Società e nei Musei dei diciassette rioni per scoprire i loro tesori, ma anche gli aneddoti, le storie e le leggende. Il ciclo del Palio ricomincia e ogni contradaiolo ne fa parte, dalla nascita alla morte, con tutti gli eventi della vita.