“Maledetto il giorno che ti c’hanno mandato!”

Sono quattro le categorie in cui incasellare i tipi umani che vanno a prendere il cavallo per l’assegnazione.

Chi c’è stato ne va orgoglioso. Chi non c’è stato ci vorrebbe andare. Non stiamo parlando di un viaggio sulla Luna, bensì di una delle liturgie laiche del Palio di Siena: andare a prendere il cavallo. I motivi del fascino di questo passaggio paliesco sono tanti, soprattutto perché è lì che la Dea Bendata compie una delle sue scelte decisive. Se ti tocca Berio o Imco Fleming c’è differenza, come fra il fare franella con Belen o farla con la Pina di Fantozzi (per la versione femminile: Brad Pitt e Giancarlo Magalli). I gusti sono gusti, ma nel Palio un po’ meno, quindi se porti un troiaio la gente di guarda storto e pensa: “Maledetto il giorno che ti c’hanno mandato”.

Nel corso degli anni in tanti ci sono andati, in pochi ci sono riandati e in pochissimi possono vantarsi di aver portato nella propria Contrada il “bombolone”, meglio ancora se vittorioso. Di seguito proveremo a descrivere una serie di “tipi” di persone che possono andare o sono andate a prendere il cavallo. E’ bene sapere prima come comportarsi con il prescelto, perché una mossa sbagliata o una frase detta a mezzo potrebbero compromettere la sua e la nostra incolumità.

IL SUPERSTIZIOSO

Lo riconosci perché nei giorni antecedenti al 29 giugno o al 13 agosto hai notato in lui una serie di manie inconfondibili. Da quando il Capitano gli ha detto di essere il prescelto si è costruito un mantello con dei corni napoletani, fatti importare direttamente dai Quartieri Spagnoli dopo un accordo con la Camorra. Non solo, si è fatto tagliare tre dita per mano per avere costantemente le corna anti-jella. Per questa ragione il superstizioso spesso poi si riconverte a cantante in gruppi metal satanisti. Non fategli mai, e dico mai, sapere che possedete un gatto nero, perché il vostro caro Briciola potrebbe sparire. E’ difficile che il superstizioso faccia parte dell’economato, visto l’uso costante delle scale. Lui non vuole rischiare di passarci sotto.

IL MISTICO

In genere è una persona tendente alla religiosità. Già nei giorni normali crede di essere stato scelto dall’Altissimo, per non si sa quale missione terrena. Nei giorni di Palio, chiaramente, questa dimensione spirituale si allarga e straripa. Convinto di portare nella stalla il cavallo vincente, perché “Dio è con lui”, nella nottata precedente all’assegnazione potrebbe vacillare nelle sue credenze. Ci sono stati casi di “mistici” che si sono presentati al momento della vestizione con la montura da barbaresco con statuette di Buddha, passi della Torah in tasca e figurine di Maometto appiccicate al corpo. Ignari che quest’ultima cosa sia considerata un atto sacrilego, passati i giorni di Palio hanno ricevuto una fatwa per sacrilegio. Nei caso di purga l’Isis e Al Qaeda sono sempre arrivati dopo gli altri contradaioli per farsi giustizia.

IL RAZIONALE

Quando il Capitano glielo ha detto ha fatto un mezzo sorriso. Quando è stato annunciato il suo nome in Contrada ha fatto l’altra metà del sorriso, dicendo: “O io o un altro è uguale, la fortuna non esiste”. Quando è andato a monturarsi l’economo che lo ha vestito lo ha trovato fresco e riposato come un divo di Hollywood. Quando è entrato in Piazza con il popolo dietro non si è emozionato, perché tanto quella era una volta come le altre. Quando ha visto gli altri barbareschi ha ripreso uno dei due mezzi sorrisi di prima e ha pensato fra sé e sé: “Guarda questi babbei creduloni”. Quando poi hanno suonato le chiarine dopo l’imbossolamento si è, si è.. cacato addosso dalla strizza.

IL PESSIMISTA

La legge di Murphy è stata scritta per lui. Pensa di avere una scalogna nera che il protagonista de “La patente” di Pirandello è un fortunello. Prevede ogni anno il cappotto della Contrada avversaria, anche quando questa è squalificata. Per tutte queste ragioni trova assai sconveniente di essere il prescelto per andare a prendere il cavallo. Anche il resto del popolo contradaiolo concorda, appigliandosi solo al classico “O bene bene…o male male”. Il giorno dell’assegnazione è facile vedere il pessimista con una faccia funerea, un mix tra quella di Luigi XVI portato alla ghigliottina e quella del “San Sebastiano” del Mantegna. Al suono delle chiarine è sicuro del risultato, “Cane nero” o “Mostro de Nulvi” toccheranno a lui. Nel caso prenda il cavallo da Palio, quello “bono”, entra in una paranoia tremenda, pari solo a quella delle spie della Guerra Fredda, per la paura che si rompa o sia lo strumento divino per una purga fantasmagorica. Per questo sotto sotto il pessimista spera di portare nella stalla un bel troiaio.

Emilio Mariotti