Siena, un anno lungo una vita. La gioventù del Palio è lo squillo di chiarina. L’estate, unica vera stagione dell’anno, la giovinezza, unica vera stagione della vita. Michele Masotti racconta l’anno contradaiolo, dall’immediato dopo corsa, agli attimi che la precedono.
La gioventù del Palio è lo squillo di chiarina…
Noi stretti nel caldo soffocante della tratta, nella buca rossa di mattoni.
Quando divenimmo giovani abbastanza per non capire cambiammo la voce in nitriti.
Vendemmo l’aspettativa durata intere epoche per vivere l’unica vera stagione dell’anno: l’estate. Per vivere l’unica vera stagione della vita: la gioventù.
E le nostre nocche parvero nodelli, la voce cambiò fonema nello struscio di criniera, quando capimmo che il momento e non il ricordo, che il momento e non il futuro era la sola luce viva, e come animali a cui solo il presente è dato di vivere, abitammo finalmente il tempo del Palio.
Scavezzati nel giugno del Chiasso Largo, imbizzarriti nel luglio dell’Entrone; con addosso la gualdrappa nel tramonto d’agosto.
La gioventù come l’estate non attende che il momento. Così fa il puledro, che solo la corsa agogna. L’estate cadrà in fretta al tonfo di mortaretto, quando tutto si acquieta, quando la maturità autunnale ci porta il calice di un vino bevuto troppo in fretta.
La gioventù che passa e poi si accuccia; resta il rimpianto per il Palio passato, per l’età illusa volata via. E si pensa al torrido spasmo di vita, ai tramonti coi canti antichi, alle mattine del dopo prova. Alle notti di lunghi baci distesi, tra i vicoli di Siena.
L’estate come la gioventù vaga di un ronzio breve di cicala; e il Palio stesso, la corsa, è fretta nevrotica. Trascorre un lungo anno nell’attesa, quando dall’infanzia sembra che l’età libera non giunga mai, quando il Palio sembra non giungere mai.
Ed invece, di schianto, arriva col requiem lugubre del tamburo, con la frustata in aria della seta. Il Palio arriva e travolge, lo stesso fanno i vent’anni, senza spiegazione, giusto una folata breve…
E d’un tratto comprendi come il Palio così come la vita primigenia sia istinto, e mai raziocinio.
E capisci dentro a un pugno di tufo l’eterno connubio, l’eterna lotta, l’eterno amore dell’uomo e dell’animale: scaglie, artigli, zampe, aculei, latrati, gusci, squame, piume. Non i nostri volti, non l’umana gente, ma gli animali vivevano nelle nostre bandiere; quando il Palio, dentro la voragine scossa del Casato si fece gioventù e divenne vita.
Quando la piazza si tinse del sangue delle nostre grida, fu allora che divenimmo di nuovo giovani nella grande estate di Siena.
Non più uomini: fummo cavalli.
Michele Masotti
Michele Masotti è nato a Siena nel 1980 e vi ha sempre vissuto. Laureato in Scienze dei Beni Culturali, lavora in una ditta di servizi informatico-bancari. La sua passione per la letteratura e la scrittura gli permette nel 2013 di esordire col romanzo edito da Leone Editore “La Follia del Palio“. Sempre con l’editore milanese esce nel 2014 il secondo romanzo “Sotto le mura di Siena“, mentre a giugno 2017 è uscito l’ultimo tassello di questa trilogia dedicata alla città del Palio: “Il Tesoro di Siena”. Inoltre nel 2015 pubblica un romanzo biografico con Betti Editrice: “Vite, l’esistenza è fermentazione“, anch’esso legato al territorio senese.
(Foto di Paolo Lazzeroni)