Sono appena state rese note le decisioni di Mauro Balani, assessore delegato alla Giustizia paliesca, che ha elaborato tre proposte di sanzione relative allo scorso Palio del 2 luglio, sulla base di quanto disposto dal Regolamento del Palio e dalla relazione dei Deputati della Festa della quale fanno parte integrante i rapporti scritti dagli ispettori della pista e dal mossiere.
Come prevedibile, poco di notiziabile (ben altra, immaginiamo, sarà la decisione per il Palio di agosto): un’ammonizione al fantino della Contrada della Selva Andrea Coghe, detto Tempesta, per essere partito, in occasione della Carriera, dal quarto posto anziché dal quinto assegnatogli. Un’ammonizione, sempre per cambio di postazione: quinta anziché quarta, al fantino della Contrada del Leocorno Dino Pes, detto Velluto.
E fin qui, nulla da dire. Il dubbio però nasce quando si legge che è stata proposta la squalifica, un Palio di squalifica “…dal montare cavalli di Contrade, sia per le prove sia per la Carriera, al fantino Bastiano Sini, per aver strattonato ripetutamente, durante il primo giro della seconda batteria della Tratta, il collega Alessio Giannetti in prossimità della curva del Casato. Un comportamento, questo, contrario a quanto disposto nel 4° comma dell’art. 43 e dal 1° comma dell’art. 67”.
Qualcosa, dal nostro punto di vista, non torna: l’assessore delegato ha proposto di sanzionare un comportamento scorretto (più che plausibile) ma ha preso riferimenti sbagliati da un punto di vista formale. L’articolo 43, quarto comma: “Nelle corse di prova di cui ai precedenti articoli i cavalli debbono essere montati da Fantini a disposizione del Comune: il Comune, a tal fine, utilizza i Fantini che, direttamente o tramite i proprietari dei cavalli, abbiano richiesto l’iscrizione in apposito elenco prima dell’inizio delle corse di prova sopracitate. Sono iscritti d’ufficio in tale elenco ed hanno l’obbligo di mettersi a disposizione dei Comune, anche se si tratti di Palio straordinario, i Fantini che hanno preso parte all’ultimo Palio, con comminatoria di esclusione dal Palio in corso qualora essi non ottemperino a tale obbligo. Tali Fantini, che debbono aver raggiunto la maggiore età e che non debbono avere in corso punizioni riportate in Palli precedenti, non possono pretendere dal Comune alcun indennizzo per tutto quanto possa loro accadere nelle corse. Essi sono tenuti a montare i cavalli loro assegnati, indossando giubbetto bianco e berretto bianco e nero forniti dal Comune, ed a comportarsi correttamente. È loro vietato di servirsi di frustino, nerbo od altro mezzo consimile per incitare i cavalli durante la corsa, essendo ammesso soltanto l’uso degli speroni“.
(Sini non si è servito di nessun mezzo del genere per incitare il cavallo ma della propria energia, delle braccia, per disturbare il Giannetti. Vero è che non si è comportato correttamente). Nella proposta di sanzione, Balani prosegue richiamando l’articolo 67 del regolamento del Palio: “È vietato ai Fantini, tanto alla mossa, quanto nel percorso, tenersi tra loro, sporgere la spalla o il braccio l’uno sul petto dell’altro per costituirgli impedimento, percuotersi o comunque personalmente molestarsi. Soltanto per il Palio è ammesso l’uso del tradizionale nerbo (tendine di bue) nel modo disposto al successivo Art. 84. I contravventori sono passibili delle penalità previste nell’ultimo comma dell’Art. 64”. In questo caso, l’articolo 67 fa riferimento al capitolo riguardante le sei prove e la Carriera, non le batterie.
Che l’assessore volesse punire per mancanza di decoro il comportamento di Sini, è del tutto condivisibile però, per quanto ci riguarda, si crea un precedente, o quasi. Situazione analoga si era infatti verificata solo nel 2010 quando Federico Ghiani, detto Strappo (per questo motivo) fu punito con un’ammonizione, per avere strattonato durante lo svolgimento del primo giro della quarta batteria il fantino Migheli fino all’altezza del palco delle Comparse “tenendo un comportamento contrario a quanto disposto dal comma 4 dell’art. 43 e dal comma 1 dell’art. 67 del regolamento del Palio”. In sintesi, gli articoli di riferimento del regolamento del Palio non trovano riscontro nella realtà dei fatti. SI tratta di un capitolo diverso che riguarda prove e carriera. Vero che si tratta di un regolamento e non di un codice che va applicato alla lettera, tuttavia una riflessione più ampia, magari sull’aggiornamento del regolamento, potrebbe essere fatta. Non sulla sostanza ma sulla forma.
I fantini avranno comunque dieci giorni di tempo per presentare alla Giunta comunale le loro memorie difensive.
Katiuscia Vaselli