Ho covato abbastanza il pensiero da poterlo scrivere. Lo covo dalle sette di ieri sera o giù di lì, quando ho iniziato a ricevere telefonate e messaggi che mi chiedevano conferma delle proposte di sanzione o mi davano per certo quello che, poi, è stato certo oggi pomeriggio.
Sulle proposte di sanzione dell’assessore delegato Paolo Mazzini sarò sintetica, partendo dai dati: al Valdimontone due palii di squalifica, una censura e una deplorazione; due deplorazioni e una censura al Nicchio; una deplorazione per la Civetta e una per il Leocorno; cinque palii di squalifica e un’ammonizione per Massimo ‘Veleno II’ Columbu; un’ammonizione per Andrea Mari detto Brio che diventa un Palio di squalifica, un’ammonizione per Francesco Caria detto Tremendo. Sono d’accordo? No, non lo sono. O meglio, non lo sono in parte. E forse per questo è difficile rispettare il ruolo di giornalisti quando si è anche contradaioli. Ci sono ricordi che affiorano, emozioni, memorie, speranze, che ci appartengono quando si svestono i panni di chi scrive ogni giorno. E che non ci permettono di essere obiettivi, soprattutto quando si appartiene a quella categoria di persone che vede ancora il Palio come corsa sanguigna e di passione. Certo, proprio questo non mi permette di essere d’accordo con le proposte di sanzione nei confronti di Massimo Columbu ma il mio punto di vista in merito si ferma qui. Sono passati troppi anni e troppe amministrazioni. Il resto sono chiacchiere da bar.
Quello che proprio non mi va giù è questo fatto odioso per il quale da palazzo pubblico escono le notizie prima che siano ufficiali. A volte ancora prima che siano ufficiose. Si tratta del Palio, non di qualcosa di così importante ma tanto le cose non cambierebbero, nemmeno se dalle stanze del Comune dovesse uscire una notizia diversa. Negli ultimi anni si registra questa corsa a chi è più scemo (di questo si tratta): si manda la foto del Drappellone, si dicono le sanzioni un giorno prima, si postano i video dei cazzotti su facebook e via discorrendo, perdendosi nelle notizie date da quelle ‘legioni di imbecilli’ (mi perdoni l’autorevole ideatore dell’espressione) che nella vita ben poco hanno da fare, tanto da voler raggiungere il primato in queste cose. Che poi, alla fine, saperlo prima a chi poteva interessare, ai capitani? Poteva cambiare qualcosa saperlo con 24 ore di anticipo?
Il problema è un altro e non c’è un modo simpatico per dirlo: c’è la volontà di mettere in cattiva luce l’operato dell’amministrazione comunale che, piaccia o meno (sono la prima spesso a non essere in linea con certi modi di fare) in questo momento governa la città . Ma a chi giova tutto questo? I primi a subire i danni di questi comportamenti siamo noi cittadini, noi senesi così attaccati alle nostre radici. E se qualcosa dalla storia abbiamo imparato è che quando si comincia a sgretolare un meccanismo, è l’inizio della fine.
Katiuscia VaselliÂ