Come sono andati i fantini nella Carriera di Provenzano? Oggi potrebbero volerci due pagelle, una per la prima mossa invalidata e l’altra per la terza, quella “buona”. Ma ormai pagina è voltata sul Palio di luglio.
Carlo Sanna detto Brigante 10 – Se non fossero bastati 4 giorni, lui ne ha avuti altri due per far cambiare idea a quanti lo hanno contestato e farsi amare: tra i canapi ha letto perfettamente la mossa da quella nona posizione che gli è servita a volte anche per non far entrare la rincorsa. Durante la corsa, consapevole dell’esperienza e della precisione di Tabacco, ne ha sfruttato al meglio traiettorie e azione e ha lottato fino all’ultimo mezzo metro, fino ad alzare il nerbo. Magistrale.
Giovanni Atzeni detto Tittia 9 – Ineccepibile la mossa, in corsa ha retto come ha potuto la posizione di testa e ha fatto vedere un Veranu nettamente diverso rispetto al Palio di un anno fa. Eppure, per tutti e tre i giri nelle curve il cavallo ha sempre perso l’azione e quando ha visto che dietro arrivava forte l’Onda, Tittia ha lasciato passare il più forte. Il suo capolavoro lo aveva già fatto il 29, per la Tratta. Il voto è la somma della corsa e della strategia.
Sebastiano Murtas detto Grandine 7 – Partito bene e soprattutto lasciando dietro l’avversaria, questo contribuisce al buon voto, poi ha condotto l’esordiente Ares Elce molto bene per tre giri, tanto che se avesse tirato fuori più cuore sotto a quel giubbetto avrebbe potuto sorprendere.
Mattia Chiavassa detto Tambani 7 – Un bel voto di incoraggiamento al debuttante che, su un cavallo esordiente quale era Brivido Sardo, ha onorato il giubbetto del Bruco: in corsa, al secondo San Martino, riesce ad evitare il caos e poi rimane a cavallo fino ala fine tentando come poteva un inseguimento ai tre che guidavano la Carriera. Una sorpresa positiva.
Jonatan Bartoletti detto Scompiglio 7 – Il voto perché è stato fortemente penalizzato all’uscita dai canapi ma poi ha recuperato tante posizioni seguendo traiettorie perfette, nonostante anche la nerbata dell’avversaria. Il suo Palio – soprattutto quello del Valdimontone – è finito con la caduta al secondo San Martino.
Elias Mannucci detto Turbine 5 – Di certo penalizzato fin da subito anche per un cavallo esordiente, prova a ostacolare l’avversaria nerbandola poco dopo la Fonte poi cade rovinosamente a San Martino. Finito.
Enrico Bruschelli detto Bellocchio 6 – Fianca per primo ma rimane comunque danneggiato già alla mossa e probabilmente il Palio della Pantera è finito lì. Il voto sufficiente è per la gestione tra i canapi.
Gabriele Puligheddu detto Granito 5 – Esordiente lui, esordiente Ardeglina e 144 ore di Palio sono lunghe soprattutto quando manca l’esperienza e alla mossa ci si trova di sotto il Nicchio e il Montone, di sopra la Civetta e il Leocorno (anche se non c’è stato caos tra rivali, la pressione c’è).
Federico Guglielmi detto Tamurè 3 – Fa tutto da solo e non fa niente. Non ostacola l’avversaria, parte male e poi il cavallo scivola e lui cade subito al primo San Martino. Senza considerare il fatto che l’avversaria avrebbe potuto fare anche di più, aumentando il danno. Se avesse rispettato la canzone dalla quale ha avuto il nome di battaglia, ieri sarebbe stata una giornata migliore per lui. Mah…
Andrea Coghe detto Tempesta 5 – Si potrebbe scrivere un libro oppure si potrebbe non scrivere niente: è stato fortemente penalizzato alla mossa, anzi praticamente escluso da un Palio nel quale la posizione della rincorsa ha messo in difficoltà per la gestione dell’esordiente Zenios.
K.V.
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