Se lui fosse stato il committente e qualcuno avesse dipinto per lui questa assegnazione, non avrebbe potuto farla meglio: Tittìa è il grande protagonista del Palio di Provenzano, una volta chiuso il valzer delle monte e da ora al 2 luglio può compiere un grande capolavoro. Comodamente sistemato nella Selva, dove trova la completa serenità e da dove, sulla splendida Violenta da Clodia compagna di tre giri vittoriosi lo scorso agosto (con record della Piazza), può guidare le danze dall’inizio alla fine.
Non è da tutti, non è per tutti: oggi la sorte ha dato a Giovanni Atzeni quella carta in più per calare il poker e dimostrare ancora una volta che il Palio si fa a terra quanto a cavallo e che la scuola di vita paliesca, quella imparata a Valiano, ha il sapore dolce dei successi inanellati e del potere di scegliere e far scegliere come si vuole. Tanto che il valzer delle monte, dopo quella prima chiamata del sindaco Fabio che ha abbinato la Selva a Violenta da Clodia, ha chiuso subito i giochi. Non c’è stato alcun dubbio che Tittìa sarebbe partito per il rione di Vallepiatta godendosi da una “poltrona” privilegiata il gioco sottile delle strategie che lui stesso ha portato avanti con le dirigenze. Nella Selva, dove Atzeni ha vinto nel 2019 su Remorex sempre con il capitano Alessandro Giorgi, l’atmosfera è gioiosa e carica per quattro giorni di grande divertimento.
Di qui la chiusura veloce del giro delle monte perché quelle pennellate di ritratto di Palio sono state perfette, per Tittìa: alle 15.30, appena un’ora dopo la fine dell’assegnazione, tutto è stato definito: quando la sorte ha voluto per la Contrada dell’Onda il potente Viso d’Angelo, capitan Toscano ha puntato su Brigante che, dopo la vittoria del 2017 su Porto Alabe, è di casa in Malborghetto. Carlo Sanna ha oggi la grandissima occasione per confermarsi in Piazza con un secondo successo che gli è necessario per avviare la strada dei big.
Nella Tartuca, il capitano Niccolò Rugani sceglie Grandine per Una per Tutti: un rapporto noto e consolidato con Sebastiano Murtas, che torna a indossare il giubbetto di Castelvecchio dopo dieci anni e che può fare un bel Palio. Lo stesso vale per l‘Istrice, dove il capitano Gianluca Testa decide per Federico Arri detto Ares sull’esperto Reo Confesso. Anche nella Giraffa il capitano Guido Guiggiani sceglie di montare sull’esordiente Abbasantesa Federico Gugliemi, che proprio lo scorso anno debuttò come Tamurè nel rione di via delle Vergini. Su Veranu, altro esordiente del lotto andato in sorte all’Aquila, capitan Lorenzini sceglie di montare Stefano Piras che proprio al rione del Casato deve il debutto in Piazza, come Scangeo.
Lo aveva detto e lo ha fatto: il capitano del Drago Jacopo Gotti dà fiducia a Andrea Coghe detto Tempesta sull’esordiente Ungaros, altro cavallo insieme ai nuovi del lotto di cui gli addetti ai lavori parlano con grande interesse e attenzione. Nel Nicchio, dove la sorte ha inviato Astoriux, il giubbetto lo indosserà Elias Mannucci detto Turbine.
L’unica mossa degna di nota è quella del capitano della Chiocciola Alessandro Maggi: se fino all’assegnazione appariva a tutti chiaro e sicuro il rapporto con Gingillo e soprattutto la sua monta in San Marco, alla fine Giuseppe Zedde indosserà invece il giubbetto della Torre su quello Zio Frac che ha vinto lo scorso anno mentre nella Chiocciola torna a montare l’antagonista di Tittìa, Jonatan Bartoletti. Scompiglio sceglie il rione dove ormai si sente in famiglia e va a montare l’esordiente Anda e Bola, considerato uno dei cavalli più interessanti del lotto di Provenzano.
Katiuscia Vaselli