Il 23 giugno del 1536 la “congregatione et contrada della Abbadia Nuova” dichiara al Comune di Siena di voler realizzare una nuova fonte, che non risponda solo alle esigenze idriche del quartiere ma che possa anche “onorare la dicta contrada”. I nicchiaioli presentano, infatti, già un disegno di quella che, nelle loro intenzioni, doveva essere “un raro et bellissimo fonte” un’opera che diventerà un vanto per l’intera città, introducendo per la prima volta a Siena il concetto …di fontana monumentale. La nuova fonte richiede undici anni di lavoro e viene terminata nel 1545. Il progetto, che alcuni non hanno esitato ad attribuire a Baldassarre Peruzzi, prevede che l’acqua scenda da una tazza superiore ad una inferiore attraverso delle cannelle nascoste all’interno della bocca di alcuni mascheroni. A Siena lo zampillo d’acqua viene chiamato popolarmente “pispino” o, ancora più frequentemente, “pispinello”, termine probabilmente derivato da “pispolo”, con il quale ancora oggi si denomina la cannella di una fontana.
Lo spettacolo offerto da questi “pispinelli” di dimostra talmente inedito, rispetto alla tradizionale tipologia delle fonti senesi, che il nome finisce per identificare l’intero rione, la sua strada principale e la porta aperta nelle mura urbane. La fonte, posta all’incrocio tra via dei Pispini e via Santa Chiara, nel corso dei secoli viene più volte restaurata e rimaneggiata a causa, spesso, della scarsità di acqua che vi affluisce. Le sorti della fonte cambiano radicalmente negli anni Settanta dell’800 quando il complesso di Santa Chiara viene concesso all’esercito e trasformato in Distretto Militare, dato che i lavatoi, situati lungo la via d’accesso al complesso, vengono spostati nell’ultimo tratto della via dei Pispini, nei pressi della Porta (dove sono ancora oggi). Nel 1937 la caserma di Santa Chiara, per favorire l’entrata e l’uscita degli automezzi dal distretto chiede e ottiene di spostare la fontana, che viene collocata in piazza Santo Spirito.
Solo il 22 giugno 2001 la fonte è stata restaurata è riposizionata nel luogo in cui era stata costruita in origine.
Maura Martellucci