A coordinare le azioni congiunte delle Contrade potrebbe essere la prefettura.
“Aspettiamo di capire in che modo verrà costituita una unità di crisi e da lì partiremo, in maniera unitaria. La Misericordia attraverso le società di Contrada chiede, intanto, di individuare alcuni contradaioli che siano disponibili ad avvicendarsi per cucinare nei luoghi colpiti dal terremoto”. Così il rettore del Magistrato delle Contrade, Nicoletta Fabio, argomenta la decisione presa dai priori. Una scelta ponderata ed equilibrata ma soprattutto ‘a lungo termine’. Perché, come già avevamo scritto nei nostri precedenti articoli, quel centro Italia sbriciolato dal terremoto avrà da affrontare la stagione fredda, l’inverno, la precarietà delle tendopoli, la ricostruzione. E sarà allora, lontano dal clamore mediatico della notizia immediata, che ci sarà davvero bisogno di essere vicini a quanti vivono questa terribile situazione.
Siena ha già risposto e continua a farlo, chiedendo un coordinamento nelle azioni in modo da trovare risultati veri e validi. Siena lo fece nel 2009, a L’Aquila quando i contradaioli di tutti e 17 i rioni si alternarono nelle cucine da campo delle tendopoli. Esperienze che sono rimaste ancora oggi indelebili sia nel cuore di quanti sono andati là, sia in quello dei terremotati de L’Aquila che ancora oggi, con telefonate e messaggi, ricordano le amicizie nate in quei giorni e il senso forte dell’umanità, della solidarietà.
E Siena allora, anche con le sue Contrade ci sarà, al momento opportuno. Appena un coordinamento ( nel 2009 era l’amministrazione provinciale a portare avanti il progetto, oggi potrebbe essere la prefettura ma per questo dovremo aspettare la nomina e l’arrivo – forse a fine settembre – del prefetto). E allora tutti insieme, associazioni, volontariato, contrade saranno pronti a partire per esserci non quando c’è visibilità mediatica ma quando c’è più bisogno.
Katiuscia Vaselli