Vincente a luglio con il giubbetto del Drago, prontissimo a fare un cappotto personale che lo porterebbe a sette vittorie in carriera. Motivato come non mai. E qualche strada apertissima: Andrea Mari detto Brio è il fantino capace di catalizzare tante attenzioni alla vigilia della Tratta. Certo, riparte dal Bruco, Contrada che lo ha fortemente voluto nell’inverno e con il quale ha stretto un rapporto ufficiale. Quindi le probabilità che scenda via del Comune domani pomeriggio e che provi a trionfare con il giubbetto di Barbicone sono tante, tantissime. Non è però l’unica strada, anche se ovviamente dipenderà dall’assegnazione dei barberi: Civetta, lo stesso Drago, Pantera lo accoglierebbero a braccia aperte. Brio deciderà di comune accordo con il Bruco.
Non può essere scontento dell’estrazione – e lo ha detto chiaramente – Jonatan Bartoletti detto Scompiglio. Valdimontone e Lupa sono due Contrade amiche, dove ha già vinto; vanno a unirsi a Giraffa (dove ha alzato il nerbo a luglio 2017) e anche Leocorno (vittoria all’esordio nel 2007), anche se in Pantaneto si punta forte su Giovanni Atzeni detto Titta. Ecco, il fantino di origini sardo-tedesche è chiamato a una Carriera da protagonista: lo cercheranno per primi Nicchio e il citato Leocorno nel pomeriggio di domani, ma anche la Giraffa e la Tartuca, più complicata la strada che porta al Drago. Poi c’è Luigi Bruschelli detto Trecciolino: non sceglierà per primo, come lui stesso ammette, ma è una “seconda scelta” di livello per tanti, quasi tutti quelli che saranno al canape la sera del 16 agosto. Un po’ la situazione che vive Carlo Sanna detto Brigante, che può arriva in seconda battuta nella Tartuca, nel Leocorno, nella Giraffa, tanto per citarne alcune.
Fin qui i cinque fantini che non dovrebbero avere problemi a trovare la monta. Poi ci sono le “seconde linee”, quelle vere rispetto al citato Trecciolino. Quelli che non riceveranno, cioè, la primissima telefonata, ma che domani pomeriggio avranno sicuramente il cellulare acceso in un posto con segnale. Giuseppe Zedde detto Gingillo, Elias Mannucci detto Turbine, Alberto Ricceri detto Salasso e Giosuè Carboni detto Carburo. Un pelino sotto Dino Pes detto Velluto e Sebastiano Murtas detto Grandine.
Infine quelli che sperano, ma che per montare hanno bisogno di incastri particolari: sono tutti gli altri, sostanzialmente, dai giovani che sperano di esordire a quelli che sperano di tornare. Domani pomeriggio i giochi saranno più chiari.
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