Salviamo il Conolly. Una conferenza stampa all’Orto dé Pecci con la cooperativa sociale La Proposta, all’Orto de’ Pecci, per tracciare un bilancio della campagna di raccolta firme per il censimento “I luoghi del cuore FAI”.
“Ma che ci faremo mai con il Conolly”? Oppure: “Vale la pena darsi tanto da fare per poche migliaia di euro, quando la spesa di ripristino è molto più alto?”. Le domande sono legittime. La risposta alla prima è che in effetti qualche idea il Comitato ce l’ha anche con la piena consapevolezza che sarà necessario discutere e ragionare, prima di tutto, con i legittimi proprietari dell’Azienda USL e, forse, con l’intera città perché il padiglione dei “clamorosi” deve diventare un bene di tutti.
La risposta alla seconda è scontata: meglio qualche migliaia di euro (magari arrivare in vetta alla classifica FAI) che niente, anche perché quei soldi possono mettere in moto un meccanismo che altrimenti rimarrà sempre fermo. Ma questo non è il momento di porsi troppe domande, questo è il momento di firmare, di scalare la classifica, di accendere un riflettore su questo luogo dimenticato, di far capire a tutti che Siena ci tiene al “suo” Conolly.
Se troviamo un ferito grave per strada, non gli chiediamo qual è il suo grado d’istruzione o che progetti ha per il futuro, prima di tutto lo aiutiamo e cerchiamo di salvarlo. A questo punto siamo con il Conolly: stiamo provando a salvare un ferito. Ma è un ferito grande e grave, per cui questo salvataggio può riuscire solo se mettiamo in campo tutte le nostre forze, tutti insieme. I singoli (che possono firmare e raccogliere le firme) e le istituzioni che si devono impegnare per cercare i finanziamenti o gli sponsor necessari al progetto.
Firmiamo tutti per “Salvare il Conolly”. Portiamo Siena ai primi posti della campagna di raccolta firme “I luoghi del cuore FAI”. Perché se ne parla da anni; si cercano soluzioni da anni; non si è fatto nulla; adesso sta per autodistruggersi. Se si vuol salvare la memoria storica dell’unico panopticon benthamiano ancora esistente in Italia (l’edificio del reparto Conolly nell’ex ospedale psichiatrico di San Niccolò, qui a Siena) è arrivato il momento di fare qualcosa di concreto.
All’incontro hanno partecipato per la prima volta insieme l’Azienda USL Toscana Sud Est proprietaria dell’immobile con il direttore amministrativo Francesco Ghelardi, Andrea Friscelli in rappresentanza del Comitato cittadino “Salviamo il Conolly” e Donatella Capresi, capo Delegazione FAI provinciale.
Proprio Andrea Friscelli, nella doppia veste di membro del Comitato “Salviamo il Comolly”, ma anche di ex presidente per un trentennio (e fondatore nel 1983) della cooperativa La Proposta (nata proprio a seguito della Legge Basaglia e che, in quanto “erede”, per i suoi scopi sociali, di ciò che fu l’ospedale psichiatrico è, forse, il luogo ideale per parlare di questo progetto) ha messo in rilievo come la campagna per la raccolta di firme a favore del padiglione “clamorosi” non sia un progetto casuale, anche se indubbiamente sollecitato da una certa urgenza legata alla scadenza delle date, prima per bellezza@governo.it e poi proprio per questa campagna FAI. In realtà la situazione del Conolly preoccupa da almeno una quindicina di anni. Un primo tentativo di comporre un Comitato risale ai primi anni 2000, così come è degli stessi anni una prima raccolta firme (anche quella volta furono quasi 500) per sensibilizzare l’opinione pubblica. Negli anni, sono stati redatti alcuni progetti sull’utilizzo di quel luogo e il più importante e articolato di questi partecipò al concorso indetto dalla “Accenture Italia” che metteva in palio una serie di finanziamenti nel 2012: si chiamava “Memorie dalla città dei folli”. La difficoltà a reperire fondi ha sempre bloccato ogni iniziativa e frustrato gli sforzi della Cooperativa che ha sempre avuto, su questo argomento, un importante alleato proprio nel FAI e una attenta valorizzatrice della struttura e delle sue potenzialità culturali nella persona della professoressa Francesca Vannozzi, attuale Assessore alla Cultura del Comune di Siena, anch’essa presente ai lavori di questa mattina.
Questo, ha concluso Friscelli, è il momento di firmare, di scalare la classifica, di accendere un riflettore su questo luogo dimenticato, di far capire a tutti che Siena ci tiene al “suo” Conolly.
Alle parole di Andrea Friscelli si è ricollegato Francesco Ghelardi, Direttore Amministrativo dell’Azienda USL Toscana Sud Est che ha sottolineato come l’area dell’ex Ospedale Psichiatrico sia una parte delicata all’interno del tessuto urbano della città. C’è, al suo interno, una parte sanitaria ancora importante che sarà addirittura potenziata nei prossimi mesi, ma l’Azienda ha già discusso le modalità di valorizzazione della parte storica del complesso che comprende sia la Farmacia sia il Conolly. Molti sono i problemi da risolvere ma per la messa in sicurezza del Conolly sono già stati stanziati due trance di finanziamento per intervenire, intanto, sulle coperture che sono il primo e più urgente intervento da compiere. L’Azienda USL Toscana Sud Est, nei patti territoriali discussi anche con il Comune di Siena, ha già elaborato varie ipotesi di utilizzo della struttura a partire dall’idea di rendere il Conolly un punto di fruizione archivistica: sia delle cartelle dell’ospedale psichiatrico, sia dell’intero archivio storico dell’azienda ospedaliera. Ma la struttura è talmente ampia che una volta riportata agli antichi splendori potrà essere adibita a vari scopi culturali e museali.
Donatella Capresi, Capo Delegazione FAI di Siena e Provincia, che appoggia la campagna “Salviamo il Conolly”, ha infine ricordato che sono ormai trascorsi tredici anni da quando il FAI ha dato vita, in collaborazione con Intesa San Paolo, all’iniziativa del Censimento del Luoghi del Cuore. L’idea era quella di coinvolgere tutti i cittadini a segnalare un’opera, un edificio, un luogo che amavano e che volevano salvare, partendo dal presupposto che ogni persona è emotivamente legata ad almeno un luogo che spesso rappresenta una parte importante della sua vita e che vorrebbe fosse protetto per sempre.
Ma per portare avanti tutte queste idee occorre l’adesione massiccia di una comunità: dei senesi che , firmando, dimostrino di aver a pieno compreso che il Conolly è una pagina di storia di questa città. Della nostra storia.