Pillole di storia senese: 15 febbraio 1549

Il 15 febbraio 1549 muore Giovanni Antonio Bazzi, detto il Sodoma, uno dei pittori più originali del Cinquecento

Il 15 febbraio 1549 muore Giovanni Antonio Bazzi, detto il Sodoma, uno dei pittori più originali del Cinquecento: nacque a Vercelli nel 1447 e lì frequentò la bottega del pittore Giovanni Martino Spanzotti, poi si trasferì a Milano dove conobbe i Leonardeschi e infine, intorno al 1501, arrivò a Siena che diventerà la sua città d’adozione. Qui, al confine tra Toscana e Umbria, conoscerà la pittura di Luca Signorelli, del Perugino e del Pinturicchio, e tutte queste suggestioni, unite alle sue reminescenze lombarde e piemontesi e a una riflessione su Leonardo da Vinci, contribuiranno a formare il suo stile molto particolare e sorprendente.

Punta di diamante dell’arte che arriva al manierismo, il Sodoma ci ha lasciato importanti affreschi al Monastero di Sant’Anna in Camprena a Pienza e a Monte Oliveto Maggiore. Lavora a Roma dove conosce la pittura di Raffaello. In piena maturità ha saputo lasciarci i grandiosi affreschi della Farnesina e, tornato a Siena, quelli per l’Oratorio di San Bernardino e per la Basilica di San Domenico come “L’Estasi di Santa Caterina da Siena”.

Non sappiamo da dove gli derivi il soprannome: secondo Vasari, dalla sua omosessualità dichiarata ed esibita (anche se nel 1510 a Siena sposa Beatrice Galli), secondo lo storico dell’arte Enzo Carli da una storpiatura di un suo intercalare piemontese: ‘su’nduma!” = orsù, andiamo! Questo poteva essere, poi, anche lo pseudonimo scherzoso che l’artista aveva adottato, o che gli era stato dato, secondo l’uso del tempo, in qualche congrega o accademia. Certo è che il Sodoma fu un pittore di carattere eccentrico, bizzarro e stravagante e questo gli valse un secondo soprannome: il Mattaccio.