Anche il 28 febbraio 1748 cadeva l’ultimo giorno di carnevale. Ma, racconta il Pecci, quella era un’annata “cotanto penuriosa di tutte le cose necessarie all’umano sostentamento”
Anche il 28 febbraio 1748 cadeva l’ultimo giorno di carnevale. Fu un giorno di festa, “molto brioso per le copiose mascare e altri molti divertimenti di veglie e balli”. Tuttavia questo si presentava come un inverno estremamente difficile tanto che era un’annata, scrive Pecci, “cotanto penuriosa di tutte le cose necessarie all’umano sostentamento”.
La domenica in Albis, così, fu deciso che per la processione sarebbe stata portata anche l’immagine della Madonna del Voto, ritenuta miracolosa (dal Trecento la sua fama di opera miracolosa le valse l’appellativo di “Madonna delle Grazie”). Si diceva, infatti, che nel 1716 la stessa immagine, portata in solenne processione, fece sì che Siena passasse dalla carestia all’abbondanza. I cittadini devoti speravano così di ottenere un’uguale grazia.
Maura Martellucci
Roberto Cresti