Il 9 febbraio 1716 l’arcivescovo di Siena benedice la città e al contempo maledice i grilli e le locuste che la stanno invadendo
Il 9 febbraio 1716, vista la quantità di grilli e locuste che erano comparsi a Siena, nelle Masse e fino alla Maremma senese, non servendo i rimedi naturali per “spergerle o dissiparle”, l’arcivescovo per cercare di salvare i raccolti, ottenuto l’indulto dal sommo pontefice “benedisse primieramente la città, case e abitatori, e assolvé dalle censure tutti coloro che, tanto né tempi correnti che negl’antichi, fussero incorsi e esiguì detta funzione nella platea avanti le porte della chiesa Metropolitana, dipoi da sera, accompagnato processionalmente dal clero regolare e secolare, si portò alla chiesa di S. Domenico dove, dopo recitate alquante orazioni, nel prato avanti a detta chiesa benedì prima le campagne e maledì in seguito i grilli”.
Evidentemente lo stratagemma funzionò perché il Pecci racconta che nel mese di giugno, nelle campagne, trovarono i grilli tutti morti e che i contadini, in seguito, “non vederono più i detti grilli né vivi né morti”.