Il 3 marzo 1768 cessò di vivere, all’età di 75 anni, Giovanni Antonio Pecci, Cavaliere di Santo Stefano e compilatore del “Giornale Sanese”. Nato il 12 dicembre 1693 da famiglia nobile dedicò la sua vita allo studio; allievo e amico di Umberto Benvoglienti, come lui fu in contatto con i più importati letterati del tempo. Pecci ricoprì numerose cariche pubbliche: fece parte del Concistoro, fu per quattro volte Capitano del Popolo, Deputato dello Studio Senese e Archintronato. Grazie ai suoi studi e al suo operato come archivista, raccolse per tutta la vita notizie sulla storia di Siena che pubblicò in opere monumentali come lo stesso “Giornale Sanese” che in cinque volumi raccoglie, sotto forma di diario, gli eventi accaduti a Siena dal 1715.
L’opera fu conclusa dal figlio Pietro che la portò avanti fino al 1794.
Si deve all’operato di Giovanni Antonio Pecci, la “rinascita” della Contrada dell’Aquila, nel 1718, dopo quasi un secolo di assenza dai giochi di Piazza. Fu lui a chiedere al tribunale di Biccherna che la Contrada potesse partecipare nuovamente al Palio. La richiesta diede origine ad un acceso dibattito sviluppatosi in varie udienze ed anche il Capitano Ascanio Bulgarini sostenne le ragioni dell’Aquila davanti al tribunale tanto che questo emise sentenza favorevole. Così l’Aquila rientrò in Piazza vincendo, l’anno successivo, il Palio del 2 luglio 1719. Quel drappellone è ancora conservato nel museo dell’Aquila ed è il più antico di quanti, in originale, si trovano nei musei delle diciassette Consorelle. Il rientro dell’Aquila nella vita comunitaria delle Contrade, però, non fu “indolore” dato che nei decenni di latitanza le Contrade vicine si erano in qualche modo “spartite” il territorio aquilino. Nacquero per questo non poche liti tra l’Aquila, che rivendicava il suo rione, e le altre consorelle, tanto che solo il Bando sui Confini delle diciassette Contrade, firmato da Beatrice Violante di Baviera nel 1730, mise un punto fermo alla questione.
Siena ha intitolato a Giovanni Antonio Pecci una strada nel quartiere dell’Acquacalda.
di Maura Martellucci e Roberto Cresti