Giornalismo, poesia, testi di canzoni. E anche arte circense, creazione di maschere, musica. Sono alcuni dei laboratori ai quali hanno partecipato gli studenti della scuola media Marmocchi dell’Istituto Comprensivo 1 di Poggibonsi.
Recupero, potenziamento, sviluppo di attitudini e inclinazioni. Si è trattato delle lezioni che hanno caratterizzato la Settimana della Flessibilità, unico esempio tra le scuole medie della Toscana. «Dopo il primo quadrimestre – commenta la dirigente del Comprensivo, Manuela Becattelli – la scuola ha proposto una settimana di fermo didattico nella quale i docenti hanno proposto laboratori finalizzati a promuovere il successo formativo degli alunni con attività indirizzate verso tre direzioni precise. Ovvero, approfondimento delle eccellenze, recupero per italiano, matematica e inglese, sviluppo di attitudini e inclinazioni».
Una settimana di sperimentazione. A spiegare il funzionamento dell’iniziativa è la responsabile della media Marmocchi, Marina Cesani. «Tutto questo è stato possibile grazie a una flessibilità di spazi e tempi per classi aperte che ha comportato per la scuola uno sforzo organizzativo notevole, ma che rappresenta l’unica possibilità per realizzare questa tipologia di interventi». I ragazzi, divisi in piccoli gruppi, si sono spostati nelle varie aule per seguire le lezioni. «I docenti e gli alunni – continua Cesani – hanno visto sconvolto il loro normale orario scolastico, hanno utilizzato spazi diversi dalle loro aule ed incontrato docenti che non sono i loro normali professori di classe. Ma la flessibilità didattica ha permesso di sviluppare nelle varie discipline temi particolari e specifici, finalizzati all’acquisizione di competenze secondo anche quanto previsto dalle nuove norme nazionali in materia scolastica». Per mettere in atto tale sperimentazione, «si sono utilizzate diverse forme di linguaggio – continua la dirigente Becattelli – e privilegiato quello non verbale a favore di linguaggi visivi come il cinema. Ma anche quelli simbolici e artistici e gli allievi sono stati indotti alla riflessione sulle difficoltà incontrate e stimolati a fornire suggerimenti e contributi personali».
Perché la Settimana della Flessibilità. Tra gli obiettivi della Settimana della Flessibilità, la partecipazione attiva e la collaborazione tra alunni anche di classi diverse per far sì che l’esperienza diventi un’occasione formativa ed educativa forte, in grado di sviluppare l’esercizio dell’autocontrollo e del senso di responsabilità, di far riconoscere le proprie inclinazioni, di consolidare l’autonomia e le capacità organizzative, nel rispetto delle attitudini e dei ritmi di apprendimento personali.
La soddisfazione degli alunni. Per quanto riguarda i ragazzi, la Flessibilità è stata accolta con molto entusiasmo. Hanno visto positivamente questa settimana come risulta da una indagine fatta sulle classi seconde. «Mi è piaciuta molto, si stava con altri compagni, si imparavano cose nuove», e «ho fatto i potenziamenti e così ho rafforzato le mie conoscenze», ma anche «mi è piaciuta perché si dà la possibilità di recuperare a chi ne ha bisogno». C’è stato anche chi ha sottolineato di essersi «riposati un po’ dallo stress», ma a prevalere nei commenti è sempre l’aspetto dell’apprendimento. «Una settimana impegnativa ma efficace. Abbiamo avuto un po’ più di libertà», e anche «mi è piaciuta molto perché ha permesso di lavorare più intensamente dividendoci secondo le nostre capacità».
Esperienza da ripetere e da migliorare. Ad aprile la Settimana della Flessibilità si ripeterà. «Terremo conto dei suggerimenti che ci sono arrivati degli insegnanti, in particolare sul piano dell’organizzazione e della condivisione, in quanto vogliamo migliorare l’esperienza e renderla un punto qualificante del nostro Ptof», conclude la dirigente Manuela Becattelli.
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