Sarà una Galleria e non un Museo l’allestimento dedicato al Palio che verrà predisposto all’interno dei Magazzini del Sale di Palazzo Pubblico. Sarà un centro di vita cittadina per implementare la continuità di una tradizione tutta senese.
«Un luogo – come ha sottolineato questo pomeriggio il Comitato scientifico – che non sarà simile al museo di Contrada, né dovrà parlare delle stesse cose. Il riferimento, piuttosto, sarà al concetto di museo diffuso. Una rete che passa attraverso la comunità, che si preoccupa di valorizzarla e che alla comunità vuole ritornare».
«Un diciottesimo luogo come punto di snodo e collegamento con le 17 realtà, dove non raccontare la storia delle singole contrade, ma la storia della Festa nella sua totalità, ossia la storia di ciò che il Palio è oggi ed è stato nel passato». Un passato e presente illustrati, durante il pomeriggio, dallo storico Giuliano Catoni e dal giornalista e direttore de “Il Carroccio” Senio Sensi, componenti del Comitato scientifico insieme all’antropologo Pietro Meloni, Alessandro Leoncini responsabile dell’archivio storico dell’Ateneo senese, Mauro Civai, già direttore del museo Civico ed estensore del progetto originario, e Davide Orsini direttore del Centro per la tutela e la valorizzazione dell’antico patrimonio scientifico dell’Università di Siena. Nei loro interventi, hanno ripercorso, in linea temporale, la genesi e l’evoluzione della città e delle contrade dal XIII secolo fino a oggi.
Nello sviluppo futuro il Comitato ha pensato a un coinvolgimento attivo delle contrade. «I contradaioli, se lo vorranno, potranno donare non oggetti, bensì storie, ricordi, emozioni, il loro particolare punto di vista sul Palio, così da trasformarli in documenti multimediali per la Galleria che, oltre ad essere un luogo interattivo diventerà anche centro di documentazione dove poter visionare materiale video, fotografico, audio e cartaceo, perché siamo convinti che la comprensione sia il passo più importante per la difesa della Festa».
«La Galleria del Palio – per l’assessore alla Cultura Francesca Vannozzi – sarà, infatti, un luogo dove presentare la storia del Palio letta all’interno della tradizione delle feste senesi, compresa la sua organizzazione e le caratteristiche che lo rendono unico. Uno spazio necessario a far capire la non facile storia della Festa a qualsiasi turista e non, a prescindere dalla nazionalità e dall’età. Finalità che nulla hanno a che vedere con i musei di Contrada, con i quali, ovviamente, potrebbe essere collegato in una reciproca sinergia, ma non in sovrapposizione di scopi. Offrirà diversi livelli di lettura e di approfondimento, in un dialogo stretto con le diverse e complementari realtà museali di Siena».
«I livelli di lettura – come ha evidenziato il sindaco Bruno Valentini – devono scaturire anche, e soprattutto, dai contributi che i senesi vorranno offrire. I ricordi e le testimonianze che possono giungere dai nostri concittadini costituiscono, infatti, l’asse portante di quel senso di identità che porta Siena a configurarsi, attraverso il Palio, come modello di riferimento. Fissare la memoria in un supporto condivisibile significa lasciare una traccia sociale trasmissibile. Una marca connotativa che permette di riconoscerci e di essere riconoscibili. Ma per riconoscersi e descriversi una collettività deve avere memoria di sé. E i senesi, con il Palio, ne hanno piena conoscenza perché quotidianamente vivono la Contrada che, di per sé, è contenitore di storia, passata e contemporanea».
Chiunque voglia contribuire alla realizzazione della Galleria del Palio, potrà inviare, entro il prossimo 15 ottobre, il proprio contributo di idee e ricordi all’indirizzo mail galleriapalio@comune.siena.it
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La Galleria del Palio
Breve report del comitato scientifico per la presentazione delle prime linee del progetto scientifico della Galleria del Palio (5 settembre 2016)
«Facciamo parte di un comitato scientifico incaricato dal Comune di portare avanti e presentare uno studio di fattibilità per un progetto conosciuto a tutti come “Museo del Palio”. Il comitato è composto da esperti in campo storico, archivistico, antropologico e museologico ed ha risposto in modo positivo alla chiamata del Comune, ritenendo il progetto di grande interesse per la città e meritevole di essere ripreso in modo efficace dopo alcuni anni in cui sembrava essersi arenato.
Le domande alle quali siamo stati chiamati a rispondere sono molte, come quelle che ci siamo posti sin dai primi incontri, tenendo ben presente le esigenze cittadine, il ruolo che le tradizioni e la cultura ricoprono per l’identità senese e cercando di prevedere le possibili restituzioni di un progetto tanto ambizioso.
La prima domanda che ci siamo rivolti può apparire ovvia: perché creare uno spazio, un luogo che parli del Palio di Siena? Perché fare qualcosa che, per molti, corre il rischio di somigliare ad un diciottesimo museo di Contrada? La nostra risposta è stata semplice: questo spazio non deve essere simile ad un museo di Contrada né dovrà parlare delle stesse cose.
Molti sanno che la storia del “Museo del Palio” è lunga, e nel corso degli anni ha potuto contare su un profondo ripensamento, volto a considerare meglio un luogo, a nostro avviso utilissimo ai senesi prima ancora che ai forestieri che vorranno visitarlo.
Il primo ripensamento riguarda il nome. Sin dalle prime riunioni ci siamo resi conto che il nome “museo” era parzialmente corretto, e non rendeva giustizia della complessità di relazioni che esso ambisce a creare. Se abbiamo pensato ad un museo, l’idea che più somiglia a questo spazio è quella del museo diffuso, termine coniato dal museologo francese George Henri Riviere, primo presidente dell’ICOM International. L’idea del museo diffuso è quella di una rete che passa attraverso la comunità, che si preoccupa di valorizzarla e che alla comunità vuole ritornare. I 17 musei di Contrada sono già espressione di un museo diffuso. Noi abbiamo immaginato questo diciottesimo luogo come punto di snodo di queste 17 realtà, ma dove raccontare non la storia delle singole contrade, ma la storia della festa nella sua totalità, ossia la storia di ciò che il Palio è, oggi, ed è stato in passato.
Non pensiamo infatti ad un museo immobile di stampo ormai antiquato, ma ad uno spazio che sia al contempo espositivo ed interattivo, didattico ma anche capace di suscitare accesi sentimenti, grazie anche alle tecnologie oggi disponibili, rivolto sia agli studiosi che ai semplici curiosi.
Il termine che più si avvicina alla nostra idea è quello di “Galleria”.
Questo ci è apparso immediatamente efficace e denso di significato. Rimanda all’idea originaria delle esposizioni artistiche e scientifiche e alla nascita dell’arte per l’arte, del gusto estetico settecentesco. Ma è anche qualcosa di più intenso: una galleria è come un ponte, mette in comunicazione un luogo con un altro, ha lo scopo di connettere realtà vicine ma che diversamente non potrebbero esser raggiunte. La galleria, in senso espositivo, è anche un luogo da percorrere che permette al visitatore di passare attraverso diverse stanze. Ed è questo il modo in cui abbiamo immaginato quella che per noi è la Galleria del Palio: un luogo capace di connettere diverse realtà e, soprattutto, un percorso le cui finestre laterali possano sfociare nei musei di Contrada, come museo diffuso che dialoga nel territorio cittadino.
La Galleria del Palio, a nostro avviso, è utile per molti motivi. Sentiamo tutti, oggi, la necessità di fare chiarezza sulle distorsioni e le interpretazioni superficiali (quando non più spesso vere e proprie diffamazioni) che del Palio di Siena vengono fatte. Al tempo stesso sappiamo che le moderne tecnologie (smartphone, tablet ecc.) ed i social media hanno reso il Palio un fenomeno difficile da controllare. E su questo non occorrono esempi, ben noti a tutti.
Ci siamo chiesti allora cosa fare e ci siamo trovati di fronte a due possibilità: una, peraltro illusoria e sostanzialmente impraticabile, è quella di chiudersi al mondo esterno; l’altra, meno comoda e più ardita, è di raccontare il Palio, con rigore scientifico, con passione contradaiola e con sincerità.
Siamo convinti della bontà del progetto della Galleria del Palio, lo riteniamo uno spazio prezioso e assolutamente positivo, che mira a raccontare il Palio a tutte le persone che ne siano attratte e, al tempo stesso, a costruire una rete territoriale che, come abbiamo già detto, colleghi la Galleria ai musei di Contrada.
Nello sviluppo futuro di questo progetto il comitato ha pensato, infatti, ad un coinvolgimento attivo delle Contrade. I contradaioli, se lo vorranno, potranno donare non i loro oggetti materiali ma le loro storie, i loro ricordi, le loro emozioni, il loro particolare punto di vista sul Palio, affinché queste storie possano essere utilizzate come materiale multimediale per la Galleria.
Infatti essa sarà principalmente un luogo interattivo e multimediale. Abbiamo pensato, in ultimo, ad un centro di documentazione dove studiosi, appassionati, contradaioli, studenti, possano visionare materiale video, fotografico, audio e cartaceo.
La Galleria del Palio vuole essere un luogo capace di spiegare, anche in modo semplice, cosa è il Palio, perché siamo convinti che la comprensione sia il passo più importante non per la difesa della festa, certamente non per la sua promozione commerciale ma per il riconoscimento dell’importanza che il Palio di Siena ricopre, oltre che per la nostra comunità, nell’ambito delle feste italiane e internazionali, con la sua profondità storica e la sua influenza.
Insomma la Galleria del Palio è un dono che la comunità senese può fare a chiunque voglia avvicinarsi al Palio di Siena per comprenderlo ed apprezzarlo. Ed è un dono anche per i senesi tutti, ai quali si spera di restituire un luogo che possa essere uno spazio per discussioni, approfondimenti, convegni e nuove passioni».
Il comitato scientifico: Giuliano Catoni, Mauro Civai, Alessandro Leoncini, Pietro Meloni, Davide Orsini, Senio Sensi.
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