Cultura

Quando i piccioni viaggiatori facevano da “droni animali”

“La comunicazione in trincea 1914-1918”: proseguono al Santa Maria della Scala gli incontri collaterali alla mostra sulla Grande Guerra

Domani appuntamento nella sala San Galgano del complesso museale con la conferenza “La comunicazione in trincea 1914-1918” che, dopo i saluti istituzionali dell’assessore alla Cultura, sarà tenuta da Fausto Casi, direttore del Museo dei Mezzi di Comunicazione del Comune di Arezzo.

Proseguono gli incontri collaterali alla mostra “Fotografi in trincea. La Grande Guerra negli occhi dei soldati senesi” allestita nei locali del Santa Maria della Scala e aperta al pubblico fino al 15 gennaio 2017.

Il museo aretino, nel 2014, ha partecipato a un progetto di “mostre collaterali” alla Fiera dell’Antiquariato di Arezzo proponendo aspetti particolari e poco conosciuti dei mezzi di comunicazione usati nel periodo storico nel quale scoppiò il primo conflitto mondiale.

Fausto Casi tratterà il sistema di comunicazione nel periodo bellico, partendo dall’impiego dei piccioni viaggiatori non solo per trasportare informazioni scritte o crittografate, come era stato fatto per secoli, ma anche in una funzione di “droni animali”, in quanto sul loro sterno veniva fissata una macchina fotografica per effettuare riprese dall’alto.

Nel corso della serata verrà inoltre illustrato l’impiego dei mezzi di comunicazione più moderni per l’epoca, quali la telegrafia con e senza fili, e la telefonia via cavo, e l’utilizzo dei generatori a raggi X da campo e della cartografica militare.

L’appuntamento successivo con gli incontri correlati alla mostra è in agenda per martedì 29 novembre, alle 17.30, all’Accademia degli Intronati a Palazzo Patrizi, con la conferenza a due voci di Nicola Labanca e Laura Vigni “Il secondo anno di guerra: il 1916”.

Fausto Casi, già professore di Elettronica e direttore del Centro di formazione professionale di Arezzo. Dal 2005 direttore scientifico del Museo dei Mezzi di Comunicazione del Comune di Arezzo, formato per intero dalla sua personale collezione di oltre 2.000 pezzi storici.

Emilio Mariotti

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