Saeed Aman (BowLand): “In Toscana per fuggire dal caos”

Intervista a Saeed Aman dei BowLand, i tre ragazzi italo-iraniani che stasera suoneranno nella Fortezza Medicea di Siena. Nel 2018 la loro consacrazione a X Factor

BowLand

Che ci fanno tre giovani musicisti iraniani in Toscana? Semplice, cercano di diventare la sensazione pop del momento. E ci stanno riuscendo. I loro nomi sono Lei Low, Pejman Fa e Saeed Aman, ma preferiscono farsi chiamare BowLand. Il pubblico italiani li ha potuti conoscere, e apprezzare, nell’edizione 2018 del talent show X Factor, da cui sono usciti in finale come la vera rivelazione.

Grazie a sonorità tra il trip-hop bristoliano e i languori mediorientali, il loro tour estivo ha conquistato il pubblico. Stasera, nell’ambito di Vivi Fortezza, i BowLand saranno impegnati a Siena, in Fortezza Medicea, nell’ultima data della tournée.

Saeed Aman, in questo anno e mezzo che siete mancati da Siena (l’ultimo live in città è stato a Cacio&Pere agli inizi del 2018) è cambiato tutto per voi. Cosa sarà diverso e come questo successo incide su quello che sentiremo?

«La partecipazione a X Factor ci ha cambiato la vita. Siamo andati molto increduli, convinti che la nostra musica non avrebbe avuto spazio lì.  Ma non è andata così, e siamo arrivati alla fine. Appena usciti dal programma, ci siamo accorti che avremmo potuto fare i musicisti a tempo pieno. Ora facciamo un repertorio composto da brani del nostro primo disco rivisitati, alcuni inediti e da pezzi del repertorio che abbiamo suonato a X Factor.

Abbiamo voluto curare anche altri aspetti del live, come la scenografia, le luci e i visual. Con noi abbiamo un grande led wall su cui proiettiamo opere create appositamente da artisti fiorentini».

Perché questa attenzione alla parte visiva del concerto?

«Ci siamo stati attenti fin dall’inizio, però prima non ci potevamo permettere queste cose. Siamo sempre stati appassionati di cinema e del mondo visivo in generale. Poi la nostra cantante è attrice, fa cartoni animati e altre cose nel settore. Gran parte della nostra grafica è stata realizzata da lei, come uno dei nostri video».

Siete tre ragazzi iraniani che si sono trasferiti a Firenze. Perché proprio lì, perché in Toscana?

«Io sono venuto prima degli altri due. Volevo fare architettura e quindi la scelta dell’Italia era abbastanza scontata. Era anche più facile per questioni burocratiche. Essendo cresciuto in una delle città caotiche del mondo, Teheran, avevo intenzione di non andare in una metropoli. Quindi, un po’ a caso, un po’ per un certo fascino che c’è per Firenze anche se non l’hai ancora vista, ho deciso di andare lì. Prima avevo visto solo Roma e Venezia in Italia. Gli altri ragazzi sono venuti a Firenze un po’ perché c’ero io, un po’ perché Lei aveva trovato in città la scuola di animazione che cercava. Anche Pejman, invece, si è interessato all’architettura».

Le vostre sonorità sono molto britanniche. Qual è, invece, il vostro legame con la musica iraniana?

«Siamo molto influenzati dalla musica britannica. Fin da piccoli abbiamo ascoltato quella. La musica iraniana non l’ascoltavamo, la sentivamo. Non avevamo riferimenti o artisti preferiti. Nel tempo, maturando, una persona dà più attenzione a cose che ha ignorato da piccolo. Ci siamo interessati alle sonorità provenienti del sud dell’Iran, della zona del Golfo persico, che sono un incrocio tra musica persiana, africana, araba e, addirittura, portoghese. Specialmente a livello ritmico è molto stimolante».

Prima di X Factor, avevate partecipato a concorsi musicali come Toscana 100 band. Le chiedo: la competizione in musica esiste? Nel caso, può essere una cosa positiva?

«Avete presente quell’atmosfera competitiva che tutti abbiamo respirato a scuola? A X Factor non l’abbiamo mai sentita, era a zero. Eravamo lì tutti sereni, la vittoria è stata entrare nel programma. Abbiamo avuto rapporti amichevoli con tutti. Anche di Toscana 100 band ciò che è rimasto sono le amicizie.  Uno dei musicisti che abbiamo conosciuto per quel concorso, Cucina Sonora, aprirà il nostro concerto. Lo abbiamo ritrovato anche a X Factor come musicista. E ora suoneremo insieme a Siena».

Quali saranno i vostri progetti futuri?

«Stiamo già lavorando al nuovo album, parallelamente al tour. Adesso che ci fermeremo, magari ci organizzeremo per un ritiro. Eravamo già a metà del disco prima di X Factor, ma ora alcune cose non ci convincono più. Comunque dovrebbe uscire all’inizio del prossimo anno. Esploreremo pure il mondo delle colonne sonore, che ci interessa molto. Stiamo poi parlando con alcuni soggetti per creare strumenti marcati “BowLand, su nostro disegno».

Emilio Mariotti