Nell’appuntamento della settimana scorsa abbiamo appurato che l’ospedale di Santa Maria della Scala ha avuto origine all’interno della chiesa vescovile, dai cui canonici è stato retto fino al termine del XII secolo. In pratica questa è l’unica notizia che abbiamo sui primordi dell’istituzione ospedaliera.
Non sappiamo nulla, invece, riguardo alla sua entità ed estensione e addirittura l’esatta localizzazione rimane oscura e dibattuta, con conclusioni non di rado anche piuttosto fantasiose.
Le recenti acquisizioni archeologiche, ottenute proprio indagando l’ex complesso ospedaliero, provano che l’area dove sorge è abitata sin dall’età etrusco-romana; anzi nel periodo compreso tra la deduzione della colonia militare Sena Iulia e il III sec. d. C. è densamente urbanizzata, così come la sommità della collina, costituendo l’ampliamento del castrum primigenio di Castelvecchio.
Dopo il periodo romano, però, l’area dell’attuale complesso di Santa Maria della Scala viene abbandonata e i rinvenimenti archeologici dimostrano come il versante collinare verso il fosso di Sant’Ansano sia ormai privo di edifici residenziali. A partire dalla metà del VI secolo, addirittura, si trasforma in una grande discarica a servizio di un insediamento ancora piuttosto vitale ma certamente ubicato altrove, verosimilmente sulla sommità del poggio, almeno in minima parte, e soprattutto nell’attigua altura di Castelvecchio. A metà del VII secolo compaiono anche diverse inumazioni, segno che il crinale collinare è adibito in parte a piccolo cimitero.
Insomma, dal VI al XII secolo il versante occidentale dell’attuale piazza del Duomo, dove sorge l’ospedale, è terreno vergine e nessun tipo di fondazione, di muratura o di strutture lignee, risulta aver intaccato il deposito geologico.
E allora ci domandiamo: dove è ubicato in origine lo “xenodochium et hospitalis” della canonica di Santa Maria?
Una possibile, verosimile, risposta può derivare proprio dalla sua prima attestazione documentaria, risalente al 1090, come visto la scorsa settimana. In questo atto di donazione l’ospizio e l’ospedale vengono qualificati con la specificazione “de canonica”, che fino ad oggi è stata interpretata come riferibile ad un’appartenenza esclusivamente di tipo istituzionale.
Tuttavia, alla luce delle indagini archeologiche più recenti, è assai probabile che possa essere considerata come un complemento di specificazione indicante l’appartenenza anche fisica dell’ente assistenziale alla canonica del Duomo.
Lo xenodochium senese, dunque, in origine sarebbe stato ospitato nelle immediate adiacenze della canonica, se non addirittura al suo interno, del tutto similmente a quanto avviene in altre realtà italiane ed europee. Quindi si sarebbe ubicato nel settore orientale di piazza del Duomo, proprio di fronte all’attuale collocazione, dove la canonica rimase fino al Settecento quando viene abbattuta per far posto al nuovo Palazzo Arcivescovile.
Il suo spostamento sul ciglio del crinale degradante verso il fosso di Sant’Ansano, davanti alla scalinata della cattedrale, invece, avviene nel corso del XII secolo.
La prima attestazione certa della nuova ubicazione è contenuta in una bolla di papa Urbano III datata 4 aprile 1186. Un atto del 16 aprile 1188, poi, lo definisce “xenodochio ante ecclesiam Sancte Marie virginis”.
Da questo momento l’ospedale viene spesso definito con l’espressione topografica “ante gradus ecclesie”, localizzazione che conferirà all’ente ospedaliero il suo storico nome.
Da aggiungere, peraltro, che l’adozione ufficiale del titolo di Santa Maria della Scala è comunque più tarda. Già una pergamena del 21 gennaio 1296 contiene un sigillo in cera raffigurante una scala, ma secondo altre fonti sarebbe stata una bolla di papa Giovanni XXII del 15 gennaio 1317 ad aver istituito l’ospedale con questo nome.
Altri studiosi, al contrario, ritengono che ciò sia da ascrivere a papa Bonifacio VIII e, in effetti, la dizione compare già nel Costituto del 1309-10, anche se nella forma “spedale di Sancta Maria Vergine da Siena, denançi alla gradora de la magiore chiesa di Siena”.
Considerato, tuttavia, che lo statuto dell’ente risalente al 1318 lo indica ancora come spedale di Santa Maria Vergine, è più probabile che l’istituzione della denominazione ufficiale sia da collocare intorno alla metà del Trecento.
Roberto Cresti
Maura Martellucci
Il derby è ancora della Vismederi Costone Siena. I gialloverdi, al termine di una vera…
Si terrà mercoledì prossimo, 27 novembre, alle 21 nella sede della Cgil di Siena alla…
Un punto conquistato in extremis che allunga la striscia positiva. Grazie al rigore trasformato da…
La luce è ancora lontana per la Robur di mister Magrini, che in casa contro…
In diretta dal PalaOrlandi di Siena, la diretta streaming dell'undicesima giornata del campionato di Serie…
Dal 15 al 22 novembre si è celebrata in tutto il mondo la IX edizione…