Oltre 40 chili di prodotto nella tavola di Coldiretti e degli imprenditori agricoli.
“Oggi è un giorno di festa dopo lunghe battaglie e Coldiretti Siena vuole festeggiare insieme ai produttori di grano del territorio e ai consumatori, quello che è un grande atto di democrazia verso gli uni e gli altri”. Il direttore di Coldiretti Siena Simone Solfanelli apre così la giornata che ha richiamato centinaia di produttori della provincia di Siena a Ponte a Tressa, per festeggiare insieme i grandi risultati ottenuti.
“Adesso chi compra la pasta sa dove è stato prodotto e lavorato il grano. Le grandi lobby osteggeranno tutto questo ma ci troveranno sempre in prima linea a combattere perché vogliamo per produttori e consumatori tutela della salute nel piatto, non solo prodotti saporiti”.
È un giorno di festa, e si legge a chiare lettere nelle espressioni dei tanti imprenditori agricoli arrivati per la giornata di Coldiretti dal nord al sud della provincia insieme alle famiglie: per l’occasione sono stati consumati oltre 40 kg di pasta rigorosamente del territorio. Un appuntamento conviviale che ieri ha visto anche la consegna di riconoscimenti da parte di Coldiretti agli associati veterani.
I numeri del settore – Sul territorio senese ci si attesta sulla produzione di 1.400.966 quintali di cereali – considerati nella loro totalità – rispetto ai 1.299.405 dell’anno precedente. In termini assoluti Siena rimane il secondo produttore su scala regionale, preceduta in Toscana solamente da Grosseto con 1.541.950 tonnellate e seguita con distacco da Pisa.
Tra le coltivazioni di cereali del nostro territorio quella che spicca per quantità prodotta è il frumento duro, con 790.000 tonnellate, seguito da frumento tenero con 160.250 tonnellate – questo è l’unico cereale che presenta un trend in decrescita per il terzo anno consecutivo – e l’orzo con 150.000 tonnellate. In crescita costante è invece l’avena, che è passata dalle 88.244 tonnellate del 2014 alle 105.00 tonnellate attuali.
Quella dell’etichetta è una scelta applaudita dal 96% dei consumatori che chiede ci siano precise e attendibili indicazioni sull’origine di tutti gli alimenti e confermata in Italia anche dal Tar del Lazio che nella sua ordinanza n. 6194/2017 ha respinto la richiesta di sospendere il decreto interministeriale da parte della lobby dei pastai, precisando come sia “Prevalente l’interesse pubblico ad informare i consumatori considerato anche l’esito delle consultazioni pubbliche circa l’importanza attribuita dai consumatori italiani alla conoscenza del Paese di origine e/o del luogo di provenienza dell’alimento e dell’ingrediente primario”.