È iniziato con un minuto di silenzio il convegno che è stato effettuato oggi nell’aula magna del rettorato dell’Università degli studi di Siena dedicato alle plastiche in mare e alle conseguenze e ai danni da esse prodotti. L’iniziativa, dal titolo “Marine litter: causes, impacts and solutions”, è il momento conclusivo del progetto “Plastic Busters”, che ha un budget di oltre un milione di euro ed è co-finanziato dall’Unione Europea riunendo partner di 7 Paesi della regione mediterranea: Egitto, Grecia, Italia, Giordania, Libano, Spagna e Tunisia.
Il convegno avrebbe dovuto tenersi proprio in Giordania, ma a causa dello scoppio della guerra nella striscia di Gaza l’iniziativa è stata divisa in due parti. Alcuni partner si sono ritrovati a Siena, altri ad Aqaba in Giordania. E tra le due parti è stato attivato, ieri mattina, un collegamento video: toccante l’inizio del convegno, con tutti i partecipanti a Siena e in Giordania che si sono alzati in piedi e hanno osservato un minuto di silenzio per rispetto di tutte le vittime del conflitto attualmente in corso in Medio Oriente.
Poi ha preso il via l’iniziativa. Così si è espressa la professoressa Maria Cristina Fossi, docente dell’Università di Siena e co-organizzatrice dell’evento: “Il progetto Plastic Busters dimostra che tutti insieme abbiamo il potere di ridisegnare il futuro del Mediterraneo. Questa conferenza è una testimonianza del nostro impegno collettivo per combattere i rifiuti marini e proteggere i nostri preziosi ecosistemi marini”.
L’obiettivo della giornata e dell’iniziativa è quello di fare il punto della situazione nella lotta contro i rifiuti marini nel Mediterraneo e di portare alla ribalta numerose conoscenze, esperienze e testimonianze derivate dagli importanti sforzi del progetto.
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