Siena omaggia Pier Paolo Pasolini nei cento anni della sua nascita col festival “Un giorno d’autunno”

A cento anni dalla sua nascita, Siena ha deciso di omaggiare Pier Paolo Pasolini con il festival “Un giorno d’autunno. Pier Paolo Pasolini 1922 – 2022”. Il festival, che è promosso dal comune di Siena e curato da toscanalibri.it in collaborazione con la biblioteca comunale degli Intronati, il cinema Pendola e il Santa Maria della Scala, si svolgerà a Siena tra il 7 ed il 24 novembre.

L’obiettivo del festival è quello di fare conoscere a un vasto pubblico alcuni aspetti fondamentali della personalità e dell’opera di Pier Paolo Pasolini (1922-1975) in occasione del centenario della nascita. Artista eclettico (poeta, narratore, regista cinematografico, sceneggiatore, drammaturgo, saggista, giornalista, pittore), Pasolini ha lasciato nell’opinione pubblica una riconoscibilissima traccia personale. Non solo, è sufficiente sfogliare un qualunque manuale di scuola superiore dell’ultimo anno per rendersi conto di come Pasolini occupi ormai stabilmente un posto di primo piano all’interno del canone letterario e artistico novecentesco.

“Il cinema di poesia di Pasolini è stata una vera azione rivoluzionaria degli anni ‘60 – spiega il sindaco di Siena Luigi De Mossi – ad essere poetici non sono i contenuti che Pasolini ci presenta nei suoi film ma lo stile utilizzato,  la materia bassa viene elevata e raggiunge una dimensione sacrale. Proprio per questo la lezione pasoliniana è stata fonte d’ispirazione per molti registi e molti poeti che lo hanno succeduto”.

“La figura di Pasolini rappresenta certamente una delle figure centrali del Novecento italiano, per questo come amministrazione siamo molto felici di partecipare a questo progetto – spiega l’assessore alla Cultura del Comune di Siena Pasquale Colella – la sua ampia produzione e la sua stessa esistenza non smettono di alimentare analisi, indagini e riflessioni. Questo Festival sarà l’occasione per nuovi spunti e nuovi contributi legati a questo immenso artista”.

“L’autunno – spiega il direttore artistico Francesco Ricci, docente e saggista – è la stagione in cui morì Pier Paolo Pasolini, nella notte tra il 1° e il 2 novembre 1975. Ma l’autunno (se non l’inverno) era anche la stagione che, in senso metaforico, stava vivendo l’Italia dei primi anni Settanta, vittima di uno stupido sviluppo senza progresso. Con questo Festival ho inteso mettere in risalto la natura proteiforme e rinascimentale dell’artista bolognese, che si espresse in una molteplicità di ambiti e di campi, la sua intelligenza della realtà, il suo incessante sperimentalismo, la sua grande attualità”.

Il Festival si articola in tre momenti: le proiezioni di film preceduti dall’introduzione di un esperto, le conferenze, gli spettacoli musicali e teatrali. I film sono tre (Il Decameron, La rabbia, Medea) e saranno proiettati al Cinema Pendola; tre anche gli spettacoli (Radici. Come tanti fili d’erba, Pasolini Suite, Canzoni e musiche di e per Pasolini), ospitati al Santa Maria della Scala, Sala Sant’Ansano, e nella Sala storica della Biblioteca comunale degli Intronati, dove sono in programma le sei conferenze con scrittori, docenti e giornalisti. Come evento off, giovedì 15 dicembre, è poi prevista nella Biblioteca Giuliano Briganti la conferenza dal titolo “Aveva negli occhi Giotto e Pontormo. Pasolini regista e la pittura”: approfondimenti vari partendo dall’articolo scritto da Giuliano Briganti il 1° luglio 1989 su “la Repubblica”, con gli interventi di Francesco Ricci e Luca Verdone.