Non c’è un modo migliore per dare una buona notizia che darla, semplicemente: palazzo delle Papesse rinasce e torna fruibile al pubblico. Opera Laboratori ha acquistato da Banca d’Italia il palazzo Piccolomini, in via di Città, che era chiuso dal 2008 (fatta eccezione per la parentesi della mostra su Dalì dal 2020 al 2023).
Sarà perché in un periodo come questo c’è bisogno di notizie positive, sarà appunto per i ricordi di un tempo bello della città, l’annuncio dell’acquisizione fa sorridere (e applaudire) i senesi che in questo modo possono tornare a godere di un ambiente meraviglioso e di mostre ed eventi di alto livello e richiamo internazionale.
Così, se l’Italia trova in Milano il quadrilatero della moda, può trovare a Siena quello della cultura, che congiunge i luoghi cittadini più amati e conosciuti nel mondo e che di qui parte con un fil rouge che unisce le città italiane dove Opera cura la parte culturale e museale.
Stamani la firma del contratto tra Bankitalia e Beppe Costa, presidente e amministratore delegato della società: la storica residenza di Caterina e Laudomia, sorelle di Papa Pio II torna ad essere un centro di arte contemporanea e “tre sono le parole scelte che rappresentano l’identità del Palazzo: visione, apertura e pluralità. Ovviamente il portavoce di questa parola è l’ospite più illustre che abbia mai varcato la soglia del portone del Palazzo: Galileo Galilei – ha commentato Stefano di Bello, responsabile Opera Laboratori – . Palazzo delle Papesse, attraverso le sue mostre, offrirà nuove “visioni” e modi di vedere l’arte e la cultura, da guardare con nuovi occhi: “occhi che vogliono vedere e che credono a quello che vedono…” proprio come scriveva Galileo. La parola “apertura” descrive l’anima del Palazzo: c’è ancora l’apertura mentale di Galileo e del suo modo di interpretare la scienza, ma c’è anche quella della sorella di Pio II, Caterina Piccolomini. Una donna che “nonostante tutto”, andando contro le norme e le usanze del suo tempo, ha costruito e organizzato l’edificio che verrà a breve riconsegnato al pubblico. Come Caterina era una donna di vedute aperte, così il Palazzo delle Papesse dovrà diventare un simbolo di apertura mentale, inclusivo e partecipativo, dove gli artisti potranno “andare oltre e immaginare città che non esistono nelle carte geografiche, dove nessun essere umano è estraneo” (Papa Francesco, discorso agli artisti in occasione della Biennale di Venezia). “Pluralità” è forse la più rappresentativa delle tre parole chiave scelte. Perché la pluralità è nel nome del Palazzo, nel numero delle lune crescenti del simbolo dei Piccolomini, nel numero degli abitanti e delle funzioni che si sono susseguite nel tempo, ma anche nella capacità di dialogare con le differenti istituzioni della città e del territorio. Un progetto che intreccia i “crescenti” dei Piccolomini con gli occhi di Galileo per donare tanti sguardi di futuro”.
L’azienda leader in Italia nella gestione museale si adopererà per riposizionare l’edificio, tra i più iconici della città di Siena, al centro delle istituzioni culturali italiane. “L’intuizione – commenta Beppe Costa – condivisa con Daniele Petrucci, già consigliere delegato, e con Stefano Di Bello, chief operating officer di Opera Laboratori, non rappresenta solamente un grande passo per la nostra società, ma è un investimento fatto per il mondo della cultura. Palazzo delle Papesse dialogherà con tutte le istituzioni culturali italiane e internazionali e inviterà i suoi ospiti ad avere uno sguardo di futuro”.
È già pronto, infatti, il progetto di riapertura del Palazzo, che vedrà subito dopo l’estate l’inaugurazione della mostra – in collaborazione con Galleria Continua – di Julio Le Parc, scultore e pittore argentino, figura di spicco dell’arte cinetica e dell’Op Art, oltre a essere un fermo difensore dei diritti umani. Le opere di Julio Le Parc sono esposte in importanti musei e gallerie di tutto il mondo e la sua influenza sull’arte contemporanea è riconosciuta a livello internazionale. Opera Laboratori, attraverso la propria gestione, vuole tracciare un percorso di rinascita culturale che porterà nel cuore di Siena mostre d’arte internazionali ed eventi in un edificio che per tanti anni è stato punto di riferimento. Nel 2025, in occasione del ventennale della prima mostra senese e a trenta anni dalla morte di Hugo Pratt, verrà invece organizzata una grande esposizione dedicata al fumettista e scrittore “padre” di Corto Maltese. La mostra, curata da Patrizia Zanotti e Patrick Amsellem, con il progetto dell’architetto Giovanni Mezzedimi, verrà prodotta da Opera Laboratori e sarà la prima tappa di un percorso in importanti sedi museali italiane.
La disponibilità a collaborare è stata subito raccolta dal sindaco di Siena Nicoletta Fabio, che ha evidenziato quanto sia forte il legame con Opera Laboratori e quanto la parentesi della rottura definita dalla precedente amministrazione sia definitivamente chiusa: “Una grande opportunità per la città, sono felice che questa notizia arrivi nello stesso giorno in cui abbiamo presentato la programmazione culturale del Santa Maria della Scala. Una nuova linfa vitale, dinamica e costruttiva si sta formando in questa città, grazie alla sinergia tra tutti gli attori coinvolti. Con Opera Laboratori abbiamo instaurato fin da subito un ottimo rapporto di collaborazione e rispetto reciproco e credo che la strada tracciata sia quella giusta”.
L’identità visiva è stata progettata da Lorenzo De Rita, direttore creativo di lungo corso (ha curato campagne di comunicazione per clienti internazionali come Nike, Adidas e Volvo) e dal suo team di design di The Phosphorescent Room, un Centro Studi sull’immaginazione.
Stefano Di Bello, Opera Laboratori, a fine conferenza, ha ricordato con emozione Daniele Petrucci, che è stato direttore generale della holding e che è scomparso a inizio maggio. Petrucci è stato uno dei fautori dell’operazione. “Ci sarà ancora più vicino” per “donare a tutti noi una prospettiva di futuro e lungimiranza. Ho sentimenti di gioia e gratitudine. Provo anche tristezza ma posso dire che lui è ancora con noi”, ha detto Di Bello.
Katiuscia Vaselli