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Storia di un artista: Amos Cassioli

Il 17 dicembre 1891, muore a Firenze il pittore Amos Cassioli. Nasce il 10 agosto 1832 ad Asciano da Domenico, caffettiere, e Assunta Mazzoni, viene iniziato agli studi dallo zio Ottavio Cassioli, organista della cattedrale di Arezzo, che voleva indirizzarlo alla carriera ecclesiastica. La morte improvvisa del padre lo costringe a cercare lavoro ad Asciano per mantenere la famiglia, ma grazie all’interessamento dei monaci di Monte Oliveto Maggiore, e alla generosità di alcuni privati, riprende gli studi e la pittura per quale mostra un innato talento. Nel 1850, entra all’Accademia di Belle Arti di Siena, poi diretta da Luigi Mussini, che stima il Cassioli ed esercita un ruolo determinante per i suoi indirizzi e le sue scelte. Il granduca Leopoldo II gli concede un assegno mensile per un soggiorno a Roma, dal novembre 1856, ospite del ministro Bargagli al palazzo di Firenze. Questo soggiorno, protrattosi fino al 1860, è determinante per Cassioli che frequenta i giovani artisti che si trovavano a Roma e soprattutto quelli dell’Accademia di Francia, tra i quali Edgar Degas e Jacques Henner, la cui conoscenza influenzerà l’impostazione della sua prima produzione ritrattistica. Quando rientra in Toscana si dedica quasi totalmente alla pittura di storia, dove l’ineccepibile disegno si unisce a un’efficace capacità narrativa. Per il Governo provvisorio toscano realizza la grandiosa tela con la Battaglia di Legnano (ora nella Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti), terminata nel 1870. Nella nostra città, con altri colleghi dell’Accademia senese, Pietro Aldi e Cesare Maccari, è incaricato di dipingere nella sala, che sarà poi detta “del Risorgimento” in Palazzo Pubblico, episodî della vita di Vittorio Emanuele II (1884). Nel 1868, con una sottoscrizione pubblica, gli viene commissionato il “Provenzan Salvani che chiede l’elemosina nel Campo”, che verrà premiato all’Esposizione di Vienna del 1873. Oggi il dipinto è nella sala del Consiglio Comunale.

di Maura Martellucci e Roberto Cresti

Tilde Randazzo

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