Cultura

Storie di donne – Quando il pericolo riguarda i miei figli

Non solo il 25 novembre ma partiamo da qui Abbiamo raccolto grazie alla collaborazione con Donna chiama Donna, storie di donne che nel corso degli anni si sono rivolte all’associazione e che hanno avuto il coraggio di dire basta. Per ovvi motivi di privacy e di tutela, le donne protagoniste di queste storie non si firmano con il proprio nome. Anche le foto sono generiche. Ma non è un nome, non è un luogo, non è un volto  a fare la differenza. Leggendo queste esperienze di vita, ognuno potrà riconoscerci qualcosa che forse ha vissuto.

“Qualche giorno fa sono scappata da casa con i miei due figli, ero impaurita ed esasperata dopo l’ultimo episodio di violenza da parte di mio marito

Cinque giorni fa appena rientrata a casa dal lavoro, lui mi ha aggredita di fronte ai bambini, praticamente senza un motivo, ha cominciato a darmi schiaffi e pungni in faccia e poi ha minacciato di uccidermi.

Sono riuscita a sottrarmi alla sua furia e a rinchiudermi in camera con i bimbi che erano terrorizzati. Lui dopo un po’ è uscito di casa, allora ho detto ai miei figli di prendere qualcosa da portare via., li ho caricati in macchina e ho cominciato a guidare cercando di allontanarmi il più possibile. Mi sono fermata un paio di volte ma mi sembrava di essere ancora troppo vicina fino a quando siamo arrivati a piu di cinquecento chilometri di distanza e abbiamo deciso di fermarci.

Mi sono sposata nel 2009, lui già all’epoca faceva uso di sostanze stupefacenti, il nostro è stato da sempre un rapporto difficile, diceva di voler smettere di drogarsi, ma in realtà non lo ha mai fatto, neanche dopo la nascita dei nostri figli, nonostante lo avesse giurato più volte.

Non è la prima volta che ci allontaniamo da casa, Io ho sopportato di tutto, la violenza psicologica, fisica e anche quella economica, perché ha sempre cercato di prendermi soldi per comprarsi le dosi, ma quanto mi sono resa conto che i bambini potevano essere in pericolo li ho portarti via e per fortuna siamo stati accolti in una casa famiglia fuori città per alcuni mesi.
Lui in quel periodo aveva maturato l’idea di farsi aiutare e riesce ad entrare in comunità. Io dopo qualche mese riesco a trovare un lavoro e successivamente una casa in affitto

abbastanza distante da dove vivevamo. È stato un periodo di tranquillità ma ad un certo punto mi viene imposto un incontro protetto dei figli con il padre, una volta a settimana. Purtroppo i viaggi da casa all’abitazione di lui erano dispendiosi e per non creare una situazione troppo stressante per i figli, decidiamo di tornare a vivere vicino al padre.

Lui dopo un po’ esce dalla comunità e apparentemente sembra essere cambiato, quindi torniamo a vivere insieme. All’inizio sembra che possa funzionare ma dopo poco ricomincia a drogarsi e ricominciano le offese e le botte sempre piu forti, comincia anche a cercare di vendere tutte le cose di casa per racimolare soldi per la droga.

Ma soprattutto comincia ad essere aggressivo anche con i bambini.E questo non lo posso permettere!!!

So che mi sta cercando e io ho davvero tanta paura, ma sono disposta a fare il giro del mondo pur di non rivederlo più.

marco crimi

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marco crimi
Tags: sienaToscana

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