Subway è un’avventura editoriale in sette volumi edita da Il Leccio che racconta, attraverso la musica, oltre cinquant’anni di vita senese.
E’ di imminente uscita il terzo numero (presentato nell’ambito degli appuntamenti di “Vivifortezza”), che va dal 1970 al 1974, quindi in piena epoca rock: i protagonisti parlano delle loro esperienze, mentre tutta la redazione è impegnata a far rivivere i concerti del tempo, le atmosfere animate dai giovani del tempo, quelle di una cercata utopistica libertà, scandita da canzoni e manifesti.
Il terzo volume di “Subway” suona quindi rock: parlano Stefano Corsi, Franco Caroni e Fabio Pianigiani e raccontano le loro avventure del tempo, ma anche come hanno poi spiccato il volo verso altri palcoscenici.
SUBWAY è un sogno che si realizza. Finalmente la musica parla e con lei tutti i musicisti del territorio, mentre i giovani si ritrovavano davanti a negozi oggi mitici, indossavano quei particolari vestiti, mangiavano e bevevano bibite e gelati che hanno segnato una stagione.
I volumi (due sugli anni ’60 sono già in edicola), ideati curati da Massimo Biliorsi, sono veri e propri serbatoi di informazione sulla vita sociale e culturale della Siena “che fu”, dagli anni d’oro del boom e del rinnovamento che fu, di fatto, quasi una “rivoluzione”, “economica, sociale e musicale, sotto forma di analisi degli “universi musicali e mentali” che hanno caratterizzato la nostra città dalla seconda metà dello scorso secolo. Insomma non sono libri di musica e di chi ne fu protagonista ma sono documenti di storia.
“Subway” si racconta attraverso una agguerrita redazione: con il coordinamento di Massimo Biliorsi troviamo Carlo Covati, Simone Petricci, Emilio Mariotti, Maura Martellucci con la realizzazione grafica di Marco Cheli.
Ogni numero ha i suoi itinerari proprio come una metropolitana: è il modo migliore per viaggiare indietro nel tempo, dagli anni sessanta dei primi due volumi fino al settimo, che si ferma al concerto di Patti Smith in piazza del Campo. Per riscoprire una città e conservarla nella nostra memoria, per ritrovare volti e immagini conosciute, per conquistare una sorta di eterna giovinezza al ritmo di canzoni di ogni epoca.
Maura Martellucci
di seguito l’intervista completa a Massimo Biliorsi