Il suo era stato un messaggio di forza e senza mezzi termini: “Dove non ci sono grandi ideali ci sono solo piccoli interessi”: così monsignor Augusto Paolo Lojudice faceva il suo ingresso in terra di Siena, con passi umili ma mai una volta indecisi che presto avrebbero portato la città ad essere sede cardinalizia.
E di strada ne ha fatta tanta il sacerdote che arriva dalle periferie più difficili della capitale, punto di riferimento per i tantissimi costretti a vivere di ombre, sui quali la luce non sembra voler arrivare. Eppure Paolo, quell’uomo così carismatico, era riuscito a far filtrare i raggi di sole con un lungo e faticoso lavoro. Lui, nato a cresciuto a Roma e fin da piccolo con una sensibilità enorme verso i più fragili, lui che andava a lavorare nel forno degli zii consegnando il pane, lui che aiutava sua madre anche alle Poste, lui è arrivato in questa Arcidiocesi con un bagaglio umano gigante, pronto e deciso a lasciare un segno in questo territorio.
La pandemia prima, la guerra poi, hanno evidenziato ancora di più questa sua attitudine verso i più deboli ma nel cardinale Lojudice si è evidenziata anche la forza di cambiare e di riportare tante situazioni sulla giusta strada.
Nel frattempo, tra la gestione del patrimonio immobiliare e la nomina a cardinale nel 2020, l’impegno per le famiglie, i minori, il mondo del lavoro e le nuove generazioni, le adozioni, le scelte impopolari laddove appariva impossibile sradicare cattive abitudini e comportamenti sciagurati, l’approccio umile al mondo del Palio visto come “la guerra contro la guerra” con una lettura corretta che spesso nemmeno tanti senesi sanno dare. E infine la mancata nomina alla Cei, per tornare a questi giorni e il motivo per cui Siena deve preoccuparsi. Un timore che ancora non trova soluzione ma che tutto il territorio dell’Arcidiocesi spera di poter presto chiudere in un cassetto perché sono tante le questioni ancora in ballo e altrettante quelle da affrontare ma una cosa è certa: questo arcivescovo, quest’uomo così vicino a noi ha colpito al cuore il territorio, ha raggiunto l’ombra più nera cercando di strapparla via per costruire qualcosa di nuovo e di buono. Augusto Paolo Lojudice è sicuramente l’uomo che questo territorio ammira e stima molto più di quanto voglia far vedere, dietro alla faccia da “maledetti toscani” irriverenti e con quell’intercalare da bestemmiatori, i senesi amano il proprio arcivescovo.
Oggi, l’arcivescovo saluta tutti in questo breve video: “Quando mi avvicinai a questa città lessi queste parole: Cor magis tibi Sena Pandit. Questo significa che il senso dell’accoglienza qui è caratterizzante. E Siena deve continuare ad essere accogliente sia verso chi vuole avvicinarsi all’Arcidiocesi, sia verso chi ha bisogno di un parola di speranza e di salvezza”
Katiuscia Vaselli
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