Un bacio per la Bella Addormentata

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foto di Francesco Laezza

Questa città ha bisogno di tornare a sorridere sul serio. Non basta il gigantesco sourire dell’artista francese Clet Abraham che campeggia dall’alto di palazzo pubblico anzi, se Abraham ci è sempre piaciuto, stavolta – nell’installazione che si inserisce in ‘Siena contemporanea’ per la Capitale italiana della cultura 2015 – offre qualcosa che in qualche modo toglie dignità al ruolo del palazzo comunale.

Lo spunto per queste righe viene da un’opinione che ho espresso al collega Daniele Magrini quando mi ha invitata a parlare nella trasmissione ‘Disabato’, in onda su Siena Tv. Un’opinione che affonda però in un contesto più ampio: la città di Siena non dà segnali di ripresa.

“Questa città bellissima ha bisogno di sbloccarsi e di tornare a guardare al di fuori di sé” ha dichiarato Clet Abraham spiegando la sua opera e su questo ha perfettamente ragione. Ma non basta il suo ‘sorriso’. Non basta l’impegno della seppur brava assessore al turismo Sonia Pallai – famosa per essere una capace organizzatrice ancor prima di approdare a palazzo pubblico – per rialzare le sorti di una città che ormai, priva di una classe dirigente valida, pare La Bella Addormentata.

E non mi riferisco solo al Pd, parlo di quanti hanno fatto ‘finta’ opposizione, ai difensori della patria dell’ultima ora che hanno creato anche nelle eventuali opposizioni una totale assenza di credibilità e concretezza.
E non dimentichiamo che l’errore più grande è quello di andare avanti con la modalità “buttare via il bambino con l’acqua sporca e possibilmente anche la mamma”. C’è molto da buttare ma non tutto, le radici sono fondamentali per far crescere qualcosa di sano.

Tante le attività e gli eventi proposti, simpaticissime e allegre le installazioni del cinese Xu Hong Fei, bello l’impatto colorato degli animali della Cracking Art, bene che arrivino artisti di fama internazionale come Mikayel Ohanjanyan e David Glass, suggestiva la collisione musicale di Alvin Curran che ha coinvolto quattro bande musicali del territorio (Asciano, Poggibonsi, Montalcino e Siena).
Ma tutto questo movimento di arte e colori – che può piacere o meno, e comunque va da sé che non si possa sempre e comunque fare polemica a prescindere – è un po’ come il movimento vivace di un’onda che increspa il mare piegandosi al vento con la differenza che, sott’acqua, non c’è corrente. Tutto giace, tutto tace.
Eppure, in quanto a ricchezza di patrimonio e a bellezza di territorio, possiamo sfidare il mondo.

E’ come se – tocca in maniera antipatica tornare indietro al 2012 all’affaire Monte dei Paschi – si fosse scoperto il vaso di Pandora che poi però, alla fine, è stato richiuso come se niente fosse. Una situazione che vede ora la città priva di volontà. Chi può tiene stretto il proprio orticello sperando che quello del vicino si secchi ma non c’è una visione comune, una strategia allineata basata semplicemente sul buon senso e sull’amore per le proprie radici. Ergo, la responsabilità ricade sui senesi. Sulle generazioni alle quali io stessa appartengo principalmente, quelle che vanno dai 35 ai 45/50 anni, quelle che ora hanno il diritto ma prima di tutto il dovere di prendere in mano le redini di una città e riportarla davvero a sorridere. Siamo figli e figlie di genitori che hanno vissuto in pieno – e ne hanno fatto parte – l’economia assistita e la realtà viziata della città. Tutto questo non c’è più. O almeno, non più come prima.

Siamo tutti responsabili di ciò che è successo ma non ci è permesso, per dignità umana, un futuro dove i nostri figli ci guarderanno vergognandosi di noi. Abbiamo un dovere verso le nostre radici così forti e importanti.

La Bella Addormentata, ricordiamolo sempre, non si risveglia con un sorriso ma con il vero amore.

Katiuscia Vaselli