Non sarà quello del prossimo 20 ottobre l’unico Palio alla tonda corso in quel mese. C’è infatti il precedente del 1745 (4 ottobre, Pantera) e quello relativamente più recente del 21 ottobre 1849 (Oca), del quale vale la pena ripercorrere la storia.
Nel 1848, nonostante la concessione della Costituzione da parte del Granduca di Toscana Leopoldo II, scoppiò la Prima Guerra d’Indipendenza e, per i tumulti avvenuti in città, il Palio di luglio venne sospeso, anche a seguito di una richiesta dei Capitani delle Contrade al Gonfaloniere Civico. La decisione venne presa il 18 giugno alla presenza dei rappresentanti della Contrade, assenti quelli di Chiocciola e Tartuca. Contemporaneamente, su proposta del Priore della Selva Giuseppe Scalabrini, una somma di 420 lire, corrispondente al premio del palio alla lunga, venne destinata al soccorso dei militari senesi combattenti in Lombardia per l’unità dell’Italia. Fu stabilito anche che, quando il Palio sospeso fosse stato recuperato, il premio per la vincitrice sarebbe stato pagato da tutte le Contrade in ragione di 10 lire per ciascuna, al posto delle consuete 360 lire. Poco dopo lo Scalabrini dette le dimissioni da Priore della Selva e fu eletto Governatore dell’Oca. Si temette anche per l’effettuazione del Palio dell’Assunta, ma poi fu corso il 15 al posto del palio alla lunga, con un premio di 250 lire, di poco superiore alle consuete 240.
Il 1849 fu dunque un altro anno particolare. Oltre alle alterne vicende politiche che videro prima la città ospitare il Granduca Leopoldo II con la famiglia, poi celebrare la proclamazione della Repubblica con l’Albero della Libertà in Piazza del Campo ed infine festeggiare il ripristino del dominio lorenese, furono corsi tre Palii.
Il 16 giugno intanto era stato messo in pratica il meccanismo con il quale si “riallineavano” le partecipazioni alle carriere. Una prima estrazione era stata effettuata a completamento delle sette Contrade che, non avendo corso nel luglio del 1847, avrebbero dovuto correre di diritto nel luglio del 1848 (Pantera, Drago, Civetta, Istrice, Oca, Onda, Chiocciola) e che invece avrebbero corso nel Palio da recuperarsi a breve: erano state estratte Tartuca, Leocorno ed Aquila. Una seconda estrazione era stata effettuata subito dopo, a completamento delle escluse dal Palio da recuperarsi, per l’immediato luglio (erano state estratte l’Istrice ed ancora la Tartuca ed il Leocorno).
Oltre ai due Palii ordinari (di luglio vinse il Valdimontone e d’agosto l’Onda) venne dunque deciso di fare un Palio a recupero di quello non corso a luglio dell’anno precedente e, dopo un rinvio per la malattia di una figlia di Leopoldo II che il 14 ottobre inaugurò la Strada Ferrata Centrale Siena-Empoli, fu scelto come giorno il 21 dello stesso mese. Mentre in quel periodo la parte della popolazione filo-asburgica festeggiava Tartuca e Aquila per aver ripreso i loro antichi colori e simboli, quella liberale le fischiava e parteggiava per l’Oca tricolore. E fu proprio l’Oca con Francesco Santini detto Gobbo Saragiolo a vincere, davanti a Leopoldo II, quel Palio che può comunque dirsi “straordinario”, se non altro per la data dell’effettuazione.
La tratta ebbe luogo il mattino del 18 ottobre dalle sette alle 10 e ¼ e all’Oca andò in sorte un cavallo morello stellino di proprietà di Giuseppe Casini. Le prove vennero tutte effettuate il pomeriggio alle 4 e ½ e la mattina alle 9 e ½.
La cronaca del Palio e i manifesti affissi per l’occasione riferiscono che il corteo delle Contrade, riunitesi alle ore 2 del pomeriggio al Prato di S. Agostino il giorno 21, era aperto da un distaccamento dei Regi Cacciatori a cavallo. Tamburini, alfieri, cavalli e fantini, intervallati dalla Banda Comunitativa, precedevano il carro con il drappellone e con le bandiere delle Contrade. Al termine del corteo, la carriera, sotto la direzione dei Giudici per la mossa Giovan Battista della Ciaja e Antonio Brocci e di quelli dell’arrivo Alessandro Sergardi, Giovanni Placidi e Orazio de’ Vecchi, vide prime Onda, Tartuca, Civetta e di nuovo Tartuca, fin quando non venne definitivamente superata dall’Oca. La cronaca riporta infine che …così terminò questa festa sebbene in stagione poco favorevole e contrariata alquanto dalla minaccia di pioggia pure riuscì piuttosto brillante… .
Sul drappellone, dipinto da Adeodato Fraticelli dietro un compenso di 13.6.8 lire, era raffigurata la Madonna di Provenzano, in quanto la Carriera veniva corsa a recupero di quella di luglio del 1848 sospesa per la guerra e per tale motivo anche il premio, consegnato al Capitano dell’Oca Pietro Nencini, fu di 360 lire (e non di 170 lire come era stato deciso al momento della sospensione del Palio). Governatore dell’Oca era appunto Giuseppe Scalabrini. Il proprietario del cavallo vincitore ebbe il solito premio di 40 lire. Anche a causa della presenza di Leopoldo II, che con la famiglia assistette al Palio dalla terrazza degli Uniti, la Municipalità senese spese in tutto ben 1397.18.8 lire, in confronto alle 997.18 che erano state spese per il Palio di luglio.
Giordano Bruno Barbarulli