Valdambrini: “Il Santa Maria deve riprendere la propria identità e la ‘colla’ con i senesi. Partiamo con grandi energie”

“Sono molto felice, credevo fosse ancora riservato ma a quanto pare…”. La notizia coglie di sorpresa Chiara Valdambrini, nuova direttrice della Fondazione Santa Maria della Scala, fresca di nomina della commissione ma in attesa di ratifica del Cda.

Una direttrice giovane… 

“A questa età si può ancora costruire tanto, sarà una bella sfida ma diciamo che si riesce ad essere ancora molto ricettivi e anche in movimento”.

Secondo lei cosa ha convinto la commissione, oltre ai punteggi e al curriculum, che lei sarebbe stata la candidata ideale per l’incarico triennale? 

“Il mio affetto, affezione da archeologa e non solo. Ci sono tornata e ho avuto la percezione che il Santa Maria Della Scala avesse tanto bisogno di essere raccontato dal punto di vista della storia di ciò che è stato, di ciò che è e di ciò che dovrà continuare ad essere: stimolo, senso del luogo di cura e di benessere e mi piacerebbe attuare questa progettualità nei prossimi tre anni di lavoro di squadra. La sintesi è che non si deve prescindere dall’identità del Santa Maria della Scala, deve essere tirata fuori. Perché ho anche percepito una sorta di scollamento tra la comunità senese e l’antico spedale quindi vorrei costruire una rete e intensificarla nel tempo anche se non dico che sia mancata, i tentativi sono stati molti ma si deve reinvestire nella fiducia dei senesi, avere le giuste energie per attrarre fondi, iniziare progetti internazionali, accedere a circuiti importanti e ad importanti finanziamenti per poter fare un buon lavoro nel lungo periodo. Nessuno di noi vuole lavorare in maniera spot”.

Ha parlato di identità del Santa Maria della Scala. Per lei quale è?

“Un luogo di cura, di benessere, snodo sulla via Francigena che permette di fermarsi, curarsi, ricaricarsi dopo un lungo viaggio o una malattia. Un punto focale che riesce a darti la voglia di tornare”

 

Katiuscia Vaselli