Via dei Pittori unisce via delle Terme con la Costa di Sant’Antonio. La denominazione di via dei Pittori è stata approvata con lo stradario del 1871. In precedenza si chiamava via del Fondaco, nome attestato sia nel “Campione di tutte le Fabbriche, Strade, Piazze, Fonti, Acquedotti, Canali e Cloache pubbliche appartenenti alla Comunità di Siena”, compilato da Bernardino Fantastici nel 1789, sia nello stradario del 1861, perché lungo di essa si trovavano numerosi magazzini e fondachi di proprietà della ricchissima consorteria dei Buonsignori. Già documentazione trecentesca, tuttavia, la denomina talora “via dei Dipintori”, che quindi è un odonimo che affonda le proprie radici nell’età medievale. In questa zona si sarebbero ubicate molte botteghe di “dipintori” e “pictori”, elemento che, in effetti, viene avallato dalla documentazione d’archivio. Perché tra la seconda metà del XIII e la prima del XIV secolo davvero un gran numero di pittori senesi tra i più celebri, nasce, ha la propria dimora, o comunque una qualche proprietà immobiliare, e probabilmente la bottega, nei popoli di San Donato, di Sant’Egidio e Sant’Antonio, e talvolta nella contrada di Camporegio. Quindi propria nell’area dove si trovava una via detta dei pittori. Tra questi basterà citare Dietisalve di Speme, Guido di Graziano, Memmo di Filippuccio, lo stesso Duccio di Buoninsegna (che fino al 1309 risulta residente nel popolo di San Donato, contrada di Camporegio), Ugolino di Nerio, Niccolò di Segna, Bartolo di Fredi e Andrea Vanni.
Non solo, a dimostrazione che soprattutto nel corso del Trecento questa zona urbana fu densamente abitata da artisti del pennello, soccorre anche un altro fattore. Il “Breve dell’Arte dei Pittori senesi”, compilato nel 1355 e più volte modificato negli anni successivi, stabiliva, tra l’altro, che la festività di San Luca, loro protettore, dovesse essere celebrata dall’Arte e dai singoli artisti portando un’offerta di ceri nella chiesa di Santa Maria della Misericordia, così come era stato votato dall’Arte stessa durante una riunione avvenuta nella “Casa della Misericordia”, che evidentemente era il luogo di adunanza dei pittori senesi. E all’epoca la “Domus Misericordiae”, fondata secondo la tradizione dal beato Andrea Gallerani nel 1240, aveva la propria sede dove nel Quattrocento si stabilì lo “Studium” cittadino, ossia nei locali che oggi ospitano la Biblioteca Comunale degli Intronati. Mentre la chiesa della Misericordia sorgeva dove oggi si trova quella di Santa Maria alla Sapienza, con l’abside rivolta proprio su via dei Pittori, che allora era direttamente collegata con via della Sapienza mediante uno stretto vicolo, oggi in parte recuperato all’interno degli spazi della biblioteca. In conclusione, si può affermare che fu attorno alla “Domus Misericordiae”, e alle strade adiacenti, che buona parte dei pittori aprì bottega e dimorò durante il periodo aureo della scuola senese, fu quella la sede dell’Arte per alcuni anni e quindi non può sorprendere che proprio lì si trovasse una via detta dei Pittori.
L’Azienda ospedaliero-universitaria Senese prosegue e rafforza il rapporto tra cultura e salute, con il protocollo…
Oltre al racconto dell'uomo di Stato c'è la narrazione di una famiglia politica, quello del…
"È doveroso far sentire a tutti gli operai la nostra vicinanza e vogliamo essere accanto…
Centinaia di milioni di euro di tagli che potrebbero portare ad un drastico ridimensionamento, se…
Il grande afflusso è atteso alla fine di luglio: quando Roma ospiterà il Giubileo dei…
“I dati appaiono soddisfacenti, Siena recupera ben quindici posizioni ed è di gran lunga il…