In fondo a via dei Baroncelli un breve tratto di strada, via del Fosso, si allaccia a via delle Vergini, il cuore dell’Imperiale Contrada della Giraffa. Ai giorni nostri via del Fosso serve soltanto a collegare le due strade, ma in passato la sua funzione era completamente diversa: invece che formare l’angolo retto e innestarsi in via dei Baroncelli, proseguiva attraverso i campi e si dirigeva verso le mura urbane che furono erette nei primi anni del XIII secolo. Qui la via usciva passando dalla porta dei Salvani, già esistente nel 1226, cosiddetta per essere nel “cultum filiorum Provençani”, ossia nelle proprietà fondiarie della famiglia Salvani, il cui capostipite fu un certo Provenzano. Questi é solo un antenato di quel Provenzano Salvani, cui è dedicata la limitrofa strada che da via dei Rossi porta fino alla Collegiata di Santa Maria di Provenzano, nonché la piazza ad essa antistante, che fu uno dei capi ghibellini senesi nella battaglia di Montaperti, poi brutalmente ucciso nove anni dopo a Colle Val d’Elsa, quando i guelfi si presero la rivincita. Alcuni anni fa, durante lavori di ristrutturazione dell’ex garage Bardini al posto del quale sono stati fatti dei condomini, sono tornati alla luce ampi brani della citata cerchia muraria, nonché un’apertura nella muratura da interpretare, con ogni probabilità, proprio come la porta dei Salvani, la quale, tra l’altro, pare essere in corrispondenza con via del Fosso, come si era sempre ipotizzato. Fortunatamente gli archeologi del nostro Dipartimento di Scienze Storiche e dei Beni Culturali si precipitò ad effettuare tutti i rilievi per conservare la memoria delle antiche mura prima che queste venissero (come purtroppo è accaduto) distrutte dal cantiere.
La denominazione della via è da ricondurre al fatto che in origine questa era un fossato, forse una delle solite cavine che smaltivano le acque piovane dalla Francigena alla valle di Follonica; può sembrare strano che via del Fosso abbia a che fare con la “strata”, ma in realtà non è così, perché non solo si prolungava verso il fondovalle, come detto, ma risaliva anche più a monte di quanto non faccia adesso. Il suo corso, infatti, fu interrotto tra fine Cinquecento e inizio Seicento, quando sopra di essa si costruì la chiesa di Provenzano e si creò la piazza prospiciente. Queste opere eliminarono il secondo tratto di via del Fosso, che quando ancora piazza Provenzano non c’era, si ricollegava con via del Moro e arrivava fino in Piazza Tolomei.
di Maura Martellucci e Roberto Cresti