Via del Refugio: una casa per le fanciulle abbandonate

Via del Refugio prende nome dal Conservatorio del Refugio fondato da Domenico Billò, allo scopo di dare asilo alle giovani fanciulle abbandonate.

Via del Refugio unisce via Roma con via di Fieravecchia. La breve strada si chiama così perchè a fine Cinquecento vi si insediò il Conservatorio del Refugio. Nel campione del 1789 si denominava costa del Refugio e dal 1871 prende il nome di vicolo del Refugio. Il “Nobile Conservatorio delle Vergini del Refugio” fu fondato dal rigattiere Domenico Billò intorno al 1580 lungo via di Fieravecchia, nei locali che oggi ospitano l’Università degli Studi, allo scopo di dare asilo a giovani fanciulle abbandonate.

Alla morte del Billò, l’istituto passò sotto la protezione di Aurelio Chigi, che tra la fine del Cinquecento e i primi del Seicento ingrandì il complesso del Refugio acquistando il palazzo di San Galgano, posto nella parallela via Roma, e collegandolo alla sede del Conservatorio con la costruzione del cavalcavia su Fieravecchia ancora esistente. Anche quest’ultima venne ampliata mediante l’edificazione del convento con annessa chiesa intitolata a San Raimondo.

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Alla morte di Aurelio (avvenuta nel 1611, fu sepolto proprio all’interno di San Raimondo) prima suo fratello Agostino e poi lo stesso papa Alessandro VII (Fabio Chigi) proseguirono a finanziare il conservatorio, tenendolo sotto la loro protezione. Fu proprio il pontefice senese a patrocinare il progetto di abbellimento della chiesa, affidando nel 1655 la realizzazione della facciata barocca in travertino all’architetto Benedetto Giovannelli, che creò anche lo slargo antistante, opere terminate nel 1658 (il Giovannelli era una figura poco nota fino a qualche anno fa ma di recente è stata rivalutata, essendogli attribuita la progettazione della Cappella della Madonna del Voto in Duomo, sempre su incarico di Alessandro VII).

L’interno, invece, custodisce opere di alcuni tra i maggiori esponenti della pittura senese del XVII secolo, da Rutilio Manetti a Francesco Vanni, da Astolfo Petrazzi a Sebastiano Folli. Nel frattempo l’istituto aveva esteso la sua accoglienza alle nobili decadute, dette anche “Vergini del Soccorso”, tanto che nel 1677 fu deciso di ospitare le “Abbandonate” nel convento di San Girolamo, mentre le nobili rimasero nei locali del Refugio. Nel Settecento, per volontà del granduca Pietro Leopoldo, l’istituto ospitò anche le “educande di Monna Agnese” e le oblate di Santa Maria Maddalena, andando ad occupare gli spazi dell’antico convento di Santa Monaca, attiguo al Refugio, e assumendo il titolo di “Regio Conservatorio Femminile”.

Maura Martellucci

Roberto Cresti