Via del Sasso di San Bernardino unisce la Lizza con Via Montanini.
Lo stradario compilato nel 1861 denominava ancora vicolo di Menicuccio l’odierna via del Sasso di San Bernardino, tramandando a perpetua memoria il nome di un illustre sconosciuto. In età medievale era un chiasso molto angusto, che fu allargato intorno al 1820 per creare un accesso più confacente tra via dei Montanini e il Passeggio della Lizza, grazie alla demolizione di un edificio allora addossato al palazzo Forteguerri. Con lo stradario del 1871, invece, si pensò bene di sostituire il carneade Menicuccio con il nome di una delle battaglie più importanti del Risorgimento italiano, e così la stradina venne ribattezzata via Palestro.
Fu il Podestà Fabio Bargagli Petrucci, nel 1931, a volere questa denominazione, che richiama la memoria del Santo Bernardino Albizzeschi, nato a Massa Marittima nel 1380. Secondo la tradizione, infatti, in età giovanile San Bernardino avrebbe improvvisato il primo dei suoi celeberrimi sermoni proprio davanti all’oratorio di Sant’Onofrio, antistante alla strada, salendo su un muricciolo (il sasso per l’appunto) che era lì fuori e attirando una folla crescente. Nel XVI secolo, a ricordo di tale episodio, fu scavata una nicchia sulla facciata dell’oratorio, dove si collocò una statua in terracotta raffigurante il Santo, poi rimossa nel 1872, in occasione dell’edificazione di palazzo Foschini, e ridotta ad un busto policromo riposto all’interno della chiesa; fu allora che venne demolito anche il “sasso” da dove Bernardino avrebbe effettuato la predica. La dedicazione alla battaglia di Palestro, invece, fu spostata come denominazione alla terza traversa di collegamento tra i viali Cavour e Mameli (o meglio viale Mazzini come si chiamava allora).
di Maura Martellucci e Roberto Cresti